mercoledì 29 febbraio 2012

Daily cartoon: Romney, il prezzo della vittoria


In Michigan e Arizona vince Romney. E adesso?

Ha vinto Mitt Romney. E con un importante margine di distacco su Santorum: più di venti punti in Arizona e tre abbondanti in Michigan. Scompare quindi dall'orizzonte la prospettiva terribile, per Romney, di perdere nel suo stato. E proprio perché una sconfitta veniva presa seriamente in considerazione, il fatto che Romney abbia vinto con un margine non così significativo passa in secondo piano. Una vittoria merito della prestazione nel dibattito di martedì, chiaramente vinta da  Romney, e merito della macchina organizzativa del miliardario, che quando si mette in moto a pieno regime, tra spot negativi, eventi, fundraising, ecc, non lascia scampo.

martedì 28 febbraio 2012

In Michigan è testa a testa tra Romney e Santorum

Ancora poche ore e Mitt Romney potrà smettere di trattenere il respiro: il decisivo verdetto del Michigan sta per arrivare, ma per il candidato mormone le cose sembrano mettersi meno bene del previsto. Gli ultimi sondaggi, dopo aver dato Romney in forte recupero, lo attestano ora alla pari con Rick Santorum, mentre una buona notizia per l'ex governatore del Massachusetts arriva dall'Arizona, dove è dato in netto vantaggio. Ma di questo stato si parla poco, troppo simbolicamente importante è per Romney il verdetto del Michigan, stato dove è nato e cresciuto e in cui suo padre ha servito come governatore.

Daily cartoon: lo schiacciasassi di Romney


lunedì 27 febbraio 2012

Obama continua a crescere. E sogna di sfidare Santorum

Barack Obama e Rick Santorum hanno lo stesso sogno: che Santorum vinca le primarie repubblicane. Praticamente tutti gli analisti concordano: se dovesse essere il candidato italo-americano a portare a casa la nomination, per il presidente in carica sarà più o meno un gioco da ragazzi riuscire a essere riconfermato per altri quattro anni. Per quale motivo? La definizione che la columnist del Washington Post Kathleen Parker ha dato di Santorum è la più chiara: "E' un brav'uomo che vive nel secolo sbagliato".

Alcune delle tematiche che l'ex senatore della Pennsylvania porta avanti (per esempio sulla contraccezione e l'aborto) possono rappresentare il nocciolo duro dell'elettorato repubblicano, quello che in effetti vota alle primarie, ma sono troppo lontane dalla maggioranza degli americani, e quindi dagli elettori indipendenti e moderati che sono fondamentali per vincere le presidenziali. Argomento che ci riporta dritti dritti alla percezione che molti hanno del GOP: un partito che deve cambiare o rischia l'estinzione.

Daily cartoon: Obama e il GOP


domenica 26 febbraio 2012

Romney prepara il colpo del k.o.

La preoccupazione principale era evitare che Santorum riuscisse a batterlo in Michigan, lo stato dove Mitt Romney è nato e cresciuto. E a giudicare dagli ultimi sondaggi la missione sembra compiuta. Se a questo si aggiunge il netto vantaggio in Arizona (dove è dato sei punti avanti), per il candidato mormone la strada verso la nomination sembra finalmente mettersi in discesa: se il 28 febbraio si avvererà quanto previsto dai pollster americani, sarà dura per Santorum riuscire a rimettere in discussione la corsa delle primarie.

sabato 25 febbraio 2012

Romney supera Santorum in Michigan

Mitt Romney l'aveva detto: "Perdere in Michigan? Non succederà". Troppo alta la posta in palio: perdere nello stato dove è nato e cresciuto avrebbe probabilmente significato subire il colpo del k.o. e mettere seriamente in discussione le possibilità di vincere le primarie. E' quindi partita la macchina del candidato mormone, fatta di attacchi mirati, spot pubblicitari, studio dei punti deboli di Santorum. Una linea vincente che si è conclusa con la buona prestazione nel dibattito, in cui Romney è più volte riuscito a mettere in seria difficoltà il candidato italo-americano. E alla fine i risultati sono giunti: in vista del voto del 28 febbraio, Romney ha superato nettamente Santorum nei sondaggi, dopo essere stato sotto anche di 14 punti. A questo punto mancano solo tre giorni al voto, e ribaltare nuovamente la situazione sembra estremamente difficile.


venerdì 24 febbraio 2012

Il GOP va nella direzione sbagliata

Dopo la disfatta del 2008 e l'elezione del primo presidente nero alla Casa Bianca, nel partito repubblicano c'era consenso attorno a una questione: l'elettore tipo del GOP è troppo vecchio, troppo maschio, troppo bianco e troppo poco in linea con un paese che cresce in maniera molto diversa. Cambiare o morire, insomma. Quattro anni dopo i candidati alle primarie repubblicane fanno a gara a chi è più contrario ai contraccettivi e a chi ha la linea più dura contro l'immigrazione. Problematiche che secondo molti nel GOP (peccato però che di questi repubblicani illuminati non ci sia traccia nelle primarie, fatta esclusione solo per John Huntsman, subito eliminato) sono lontane dalle preoccupazioni quotidiane degli elettori, soprattutto di quegli indipendenti a cui Obama non piace e che saranno decisivi.

Nel 2010 i repubblicani sembravano aver preso la direzione giusta, eleggendo un gran numero di donne e appartenenti alle minoranze in posti chiave, dando il via a quella che sembrava una strategia volta ad ampliare sempre di più il target elettorale del GOP. Oggi però i repubblicani sembrano tornati a parlare a loro stessi, ingaggiando battaglie contro preservativi (che da questa parte dell'oceano sembrano assurde e che anche negli States difficilmente attireranno nuovi elettori) e immigrati. "Possiamo ancora essere un partito a favore delle barriere ai confini e che allo stesso dica 'non siamo contro gli immigrati!'", dice Bobby Jindal, governatore della Louisiana figlio di genitori arrivati dall'India.

mercoledì 22 febbraio 2012

Mitt Romney con il mitra in versione Rambo

E' la risposta di Rick Santorum agli attacchi di Mitt Romney nel suo ultimo spot: dipingerlo come un Rambo impazzito che spara proiettili di fango contro Santorum, senza mai colpirlo. Mah...


Sondaggi: Romney e Santorum in lotta per il Michigan

Il duello tra Santorum e Romney per le elezioni primarie in Michigan, stato dove il candidato mormone è nato e cresciuto, si fa sempre più interessante. Secondo gli ultimi sondaggi, i due candidati sono infatti più o meno alla pari: Romney ha quindi riconquistato qualche punto percentuale rispetto a una settimana fa, quando Santorum era dato in vantaggio di 10/15 punti. Rilevazioni confermate da più istituti che avevano lanciato sempre di più il candidato italoamericano e gettato nel panico lo staff di Romney.

Per il miliardario tuttora favorito per la nomination repubblicana, il Michigan è uno stato chiave: nonostante abbia già messo le mani avanti annunciando come non sia fondamentale una vittoria qui, se non dovesse riuscire a conquistare i delegati in palio il 28 febbraio la sua candidatura ne sarebbe inevitabilmente compromessa. Gli elettori infatti difficilmente si fiderebbero, in ottica presidenziale, di un candidato che non è in grado neanche di conquistare i suoi "vicini di casa".

martedì 21 febbraio 2012

Per Obama le cose si mettono bene.
Ma il percorso è ancora lungo

Un campo avversario diviso e litigioso, il tasso di disoccupazione in decisa discesa e il presidente Obama che risale nei sondaggi. I democratici sembrano avere tutte le ragioni per essere ottimisti in vista del voto per le elezioni presidenziali. Ma molti nel partito sono preoccupati per questa ventata di positività: tutto infatti può ancora cambiare in un istante, e non è il caso di rilassarsi e dormire sonni tranquilli. Basterebbe pochissimo per riaprire completamente una partita che, tra l'altro, è ancora ben lontana dall'essere chiusa: qualche indice economico che vira in negativo, l'indicazione chiara di un vincitore tra i candidati repubblicani che galvanizzi l'elettorato e porti gli indipendenti a schierarsi. Una sola di queste due cose basterebbe per rendere l'avvenire del partito dell'asinello molto incerto.

lunedì 20 febbraio 2012

I repubblicani a caccia di un nuovo anti-Obama

Rick Santorum e Newt Gingrich (per non parlare di Ron Paul) proprio non piacciono ai leader repubblicani. E Mitt Romney continua a trovarsi in serie difficoltà. Qual è la soluzione? Un nuovo candidato da presentare al più presto, appena prima o appena dopo il SuperTuesday del 6 marzo, che convinca tutti e riesca a imporsi sugli altri candidati in tempo per preparare una campagna elettorale vincente contro Obama. Il nome dell'uomo che dovrà incaricarsi di salvare il partito repubblicano dalla misera figura che gli si prospetta è stato trovato: il governatore dell'Indiana Mitch Daniels, balzato agli onori della cronaca per la sua risposta al discorso sullo stato dell'Unione del presidente. In alternativa il governatore del New Jersey Chris Christie. E' davvero possibile ribaltare il tavolo delle primarie e imporre un nuovo candidato?

domenica 19 febbraio 2012

Sondaggi: Romney resiste in Arizona

Tutte le attenzioni sono concentrate sul Michigan, dove si prospetta una sconfitta di Romney nello stato dove è nato che potrebbe seriamente comprometterne le chance presidenziali ("se non vince nel suo stato come può vincere negli Stati Uniti?"). Una parziale buona notizia per il candidato mormone arriva dall'Arizona, dove si voterà nello stesso giorno del Michigan (28 febbraio) e dove fino a poco fa la vittoria di Romney non era neanche da mettere in discussione, visti i vantaggi bulgari sugli avversari. Ora la situazione è un po' diversa e riflette le difficoltà del candidato mormone, che però mantiene comunque otto punti di distacco su Rick Santorum. In caduta libera invece il povero Newt Gingrich: se le cose per lui non si rimetteranno un po' in sesto, difficile che la corsa possa proseguire oltre febbraio.


venerdì 17 febbraio 2012

Perché Romney DEVE vincere in Michigan

Il 28 febbraio è una data cruciale per Mitt Romney: ancora non sono disponibile sondaggi per l'Arizona, ma la vera partita si giocherà in Michigan, lo stato dove Romney è nato e dove ora si trova in netto svantaggio rispetto a Santorum. Il valore, anche simbolico, di una sconfitta in Michigan potrebbe definitivamente compromettere le sue chance presidenziali, a tutto vantaggio di Santorum e, indirettamente, di Obama. Per questa ragione Romney sta lanciando una invasione di spot elettorali per cui prevede di spendere 1,3 milioni di dollari, a cui si affianca il lavoro sporco del superPAC Restore Our Future che lo spalleggia.

giovedì 16 febbraio 2012

Sondaggi: continua a salire il gradimento di Obama

Le buone notizie per Obama dal fronte elettorale continuano ad aumentare: non solo i suoi rivali sono ancora infangati in una durissima lotta fratricida, in cui il front runner Mitt Romney appare sempre più debole, ma i sondaggi confermano come l'indice di gradimento del presidente sia in continua crescita e come al momento sia nettamente in vantaggio su tutti i suoi possibili avversari. Merito soprattutto delle buone notizie sul fronte della disoccupazione. E' ancora presto però per festeggiare: si sa che la rielezione di Obama, come di tutti i suoi predecessori, passa principalmente attraverso gli indicatori economici, e se è vero che negli ultimi mesi si sono visti netti segnali di miglioramento, è anche vero che basterebbe un leggero peggioramento nel momento sbagliato per rimettere tutto in discussione.


mercoledì 15 febbraio 2012

Il programma fiscale (ed elettorale) di Obama

La presentazione del piano fiscale (la finanziaria) di Barack Obama per il 2013 è il secondo fondamentale tassello della sua campagna elettorale, dopo il discorso sullo stato dell'Unione. E mostra un presidente seriamente intenzionato a recuperare consensi nella sinistra americana.

C'era una volta un tempo in cui il momento in cui un presidente svelava il budget annuale al Congresso era vissuto con una certa suspence ed era un momento cardine della vita politica statunitense, circondato da un importante alone di seriosità. Ma in anno di elezioni diventa principalmente un'anticipazione di quella che sarà la strategia elettorale. E questo spiega anche perché Obama abbia deciso di attraversare il fiume Potomac e tenere il suo discorso in un college della Virginia invece che a Washington. Perché la Virginia? Perché è uno stato in bilico tra democratici e repubblicani, e quindi di importanza capitale in ottica elettorale.

Mitt Romney all'attacco di Santorum

Era solo questione di tempo prima che partisse l'attacco di un Mitt Romney in difficoltà contro quello che al momento è il suo avversario più temibile: Rick Santorum. Lo spot che accusa il candidato italoamericano di essere a favore degli aumenti alla spesa statale (bestemmia per i repubblicani) arriva direttamente dal SuperPAC Restore Our Future, legato appunto a Romney (per scoprire cos'è un SuperPAC clicca qui). Adesso Santorum dovrà studiare le contromosse, anche se potrebbe non averne bisogno: secondo alcuni analisti la sua immagine da good guy rende più difficile attaccarlo, e potrebbe essere addirittura controproducente.


martedì 14 febbraio 2012

Santorum supera Romney in Michigan

Sembrava essere solo una speranza, se non una provocazione, quella di Rick Santorum: battere Mitt Romney nel Michigan, lo stato dove il candidato mormone è nato, per assestargli un altro duro colpo nelle elezioni primarie del 28 febbraio. Ma gli ultimi sondaggi lo dicono chiaro e tondo: Santorum è in vantaggio di 15 punti su Romney.
Il salto compiuto dal candidato italo-americano è impressionante, guadagna 24 punti rispetto alla rilevazione delle settimana scorsa, mentre tutti gli altri candidati arretrano: Romney perde 7 punti, Gingrich, sempre più in difficoltà, 5 e Ron Paul 3. La situazione si è ribaltata, e ora sta a Romney sfruttare al meglio le due settimane che lo separano dalle primarie nel suo stato: perdere qui potrebbe essere un colpo da k.o.

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lunedì 13 febbraio 2012

La strategia di Santorum per battere Romney

Dopo aver praticamente messo fuorigioco Newt Gingrich grazie alle tre vittorie nelle primarie di martedì scorso, ora Rick Santorum ha in programma di rendere la corsa alla nomination repubblicana una gara a due tra lui e Mitt Romney. Nei prossimi mesi si voterà in altri stati molto favorevoli al candidato italo-americano, come i conservatori Oklahoma, Kansas e North Dakota, ma i piani di Santorum sono più ambiziosi e mirano a conquistare il Michigan (in cui si voterà il 28 febbraio) e l'Ohio (6 marzo), facendo leva sulla working class che qua forma la base repubblicana. In questo modo Santorum metterebbe a segno un pesante uno-due ai danni di Romney, conquistando nel primo caso lo stato in cui Romney è nato, e nel secondo, l'Ohio, uno stato decisivo nelle elezioni presidenziali.

domenica 12 febbraio 2012

Mitt Romney vince in Maine, ma...

Mitt Romney riesce a recuperare dalle batoste prese martedì scorso e vince le piccole primarie via caucus del Maine, in cui votano in totale più o meno cinquemila persone. L'ex governatore del Massachusetts ha però rischiato di vedersi soffiare la vittoria da Ron Paul, che sul piccolo stato dell'estremo nord est degli Stati Uniti aveva puntato forte. Ron Paul è l'unico dei quattro candidati ancora in corsa a non aver vinto nessuno stato, ma qui ci è andato vicino: Romney ha vinto per meno di duecento voti (2.190, il 39%), mentre l'anarco libertario rappresentante del Texas ha conquistato 1.996 voti, il 36%. Al terzo posto Rick Santorum (18%) e ultimo Newt Gingrich (6%), che prende l'ennesima batosta. Per l'ex speaker della Camera la situazione si sta facendo molto dura: se solo due settimane fa era considerato l'unico avversario temibile per Mitt Romney, adesso circolano voci sempre più insistenti che lo vorrebbero in procinto di abbandonare la corsa.

sabato 11 febbraio 2012

Sondaggi: Obama davanti a tutti

Il gradimento di Barack Obama nell'elettorato americano è in crescita ma ancora abbastanza basso: tra il 48 e il 51%. Ma la situazione è comunque positiva per il presidente in carica: gli ultimi sondaggi confermano come nessuno dei candidati alla nomination repubblicana al momento sia in grado di batterlo, e il distacco tra Obama e Romney, che rimane comunque il favorito alla vittoria finale nelle primarie repubblicane, cresce ancora. Al momento l'unico che sembra poter impensierire il presidente è Rick Santorum, l'uomo (di nuovo) del momento.

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venerdì 10 febbraio 2012

L'ipocrisia di Obama sui SuperPAC


Barack Obama
Nel 2010 il giudizio di Obama sui SuperPAC era decisamente duro: "Con tutto il rispetto per la separazione dei poteri, settimana scorsa la Corte Suprema ha ribaltato un secolo di legge con una decisione che temo aprirà la diga agli interessi particolari, incluse multinazionali straniere, di interferire senza limiti nelle nostre elezioni". Due anni dopo, e in tempo di elezioni, Obama ha cambiato idea. O almeno si è arreso all'evidenza che rimanere l'unico senza un SuperPAC efficiente è decisamente rischioso.

Ok, ma prima di tutto: cosa sono questi SuperPAC?

Tutto l'estremismo di Rick Santorum in uno spot

Sarà perché noi europei abbiamo delle idee politiche tendenzialmente diverse dagli statunitensi, ma vedere un candidato alla nomination repubblicana vantarsi perché contrario alla cap & trade legislation, uno strumento (magari imperfetto) creato per salvaguardare l'ambiente, contrario alla regolarizzazione nei confronti degli immigrati che da tempo lavorano negli States o dei loro figli che lì studiano, contrario al ruolo dello stato nella sanità (perché priva i cittadini delle libertà fondamentali) e contrario al salvataggio delle banche (vabbè, questa ci può anche stare) fa un po' impressione. Soprattutto se il tutto si conclude con un ammiccamento al Tea Party. Costui è Rick Santorum, figlio dell'immigrato da Riva del Garda.


giovedì 9 febbraio 2012

Gingrich e il difficile rapporto con Reagan

Nuovo spot contro Newt Gingrich del gruppo di supporto di Mitt Romney. Ma per quale motivo questi spot sono sempre e solo contro gli avversari?


Ma qual è il programma di Obama?

Un po’ a sorpresa, ma Barack Obama pare essere sulla giusta strada per conquistarsi il secondo mandato. Grazie al calo della disoccupazione (se tiene) e alla litigiosità quasi masochista del campo repubblicano. I sondaggi lo confermano: il gradimento del Presidente è in leggera crescita, e l’unico repubblicano che al momento è dato in vantaggio se dovesse confrontarsi con Obama è Santorum. Sarà, ma nessuno crede davvero che l’ex senatore della Pennsylvania possa essere un avversario temibile, e al momento (al momento) la strada che porta alla rielezione sembra essere in discesa. E quindi è giunto il momento di farsi una semplice domanda: ma se Obama vince le elezioni, cosa farà nel suo secondo mandato?

mercoledì 8 febbraio 2012

Tre vittorie resuscitano Santorum. E adesso?

Rick Santorum è resuscitato. L’inaspettato (fino a un certo punto) filotto di tre vittoria in Minnesota, Colorado e Missouri (solo un “beauty contest”) rilancia una candidatura che fino a pochi giorni fa era data per finita. La tripletta messa segno dall’ex senatore della Pennsylvania da un bello scossone alla campagna e pone seri dubbi sulla capacità di Gingrich di essere l’anti Romney, visto che l'ex speaker è arrivato terzo in Colorado e quarto in Minnesota (alla strana competizione del Missouri non ha nemmeno partecipato). A questo punto della corsa, Gingrich ha vinto uno stato, Santorum quattro. Conterà poco in termini di delegati, ma conta molto in termini di visibilità e momentum. Non solo, il “rimbalzo” di Santorum evidenzia anche la manifesta incapacità di Romney di coalizzare attorno a sé il consenso dei repubblicani.

martedì 7 febbraio 2012

Perché Obama può vincere ancora

“Mi merito un secondo mandato”, ha detto Obama in un’intervista rilasciata appena prima del Super Bowl. E se le cose continuano ad andare così, le sue speranze potrebbero trasformarsi in realtà. Secondo il sondaggio di ABC News e del Washington Post il presidente in carica al momento è in vantaggio di sei punti su Mitt Romney (51 a 46%). Solo un mese fa, lo stesso sondaggio dava Obama in svantaggio di due punti ed era da luglio che non riusciva a superare Romney (anche se altri sondaggi davano risultati diversi). Inoltre il tasso di approvazione di Obama ha raggiunto il 50%, il livello più alto dal marzo scorso.

Un'altra buona nuova per Obama è che i sondaggi stanno di fatto ripercorrendo quanto già visto nella sfida del 2008 contro McCain. Considerando l’entusiasmo che circondava l’allora senatore quattro anni fa, questa è una notizia che non può che portare ottimismo dalle parti dello staff presidenziale. Obama è preferito dall’80% degli elettori non-bianchi (era l’81% nel 2008), mentre Romney ne conquista solo il 14%. Un punto fondamentale, visto come le minoranze stanno diventando numericamente sempre più importanti, e secondo una ricerca consentirebbero a Obama di vincere conquistando anche solo il 40% del voto “bianco”. E al momento il presidente conquista il favore del 42% (un punto in meno rispetto al 2008) dei WASP e simili: due punti di margine di sicurezza, insomma. Romney è invece al 53%, due punti in meno di McCain. Inoltre Obama sta riconquistando parte dell’elettorato bianco non laureato, il più duro nei suoi confronti: adesso è al 39% favorevole al presidente, quattro anni fa era al 40%.

lunedì 6 febbraio 2012

Tra Romney e Gingrich rispunta Santorum

Martedì 7 si vota in tre stati. Anzi in due e mezzo, visto che il "beauty contest" del Missouri non assegna nessun delegato ed è, appunto, solo un concorso di bellezza. Ma in Colorado e Minnesota ci si aggiudicano rispettivamente 36 e 40 delegati via caucus, sono quindi le elezioni primarie più importanti fino a questo momento dietro alla sola Florida, anche se non vincolano i delegati a votare per il candidato vincitore (non-binding caucuses). E nella lotta tra Romney e Gingrich rispunta l'uomo che fu del momento all'inizio di questa lunga marcia verso la nomination: Rick  Santorum.

sabato 4 febbraio 2012

Tra Romney e Obama è guerra di spot

Un botta e risposta via spot tra Mitt Romney e Barack Obama. Il 2 febbraio lo staff del candidato repubblicano alle presidenziali ha pubblicato lo spot per il "One Term Fund": una raccolta fondi rivolta direttamente a chi desidera che Obama diventi un presidente da un solo mandato. Uno spot incentrato sull'ossessione (?) di Obama per Mitt Romney - e la sua incapacità di fermare la crisi economica - e che vuole compattare e galvanizzare la base repubblicana che vede Obama come una sorta di demonio socialista pronto a rendere gli Stati Uniti uguali a quella terra di radicali rossi che risponde al nome di Europa.

Poche ore dopo, ecco la risposta dello staff di Obama: la pubblicità per il "Two Term Fund". Più chiaro di così... Mancanza di fantasia nella scelta del nome della raccolta fondi ma messaggio chiaro: i repubblicani non hanno proposte. Sono in grado solo di urlare "tutti tranne Obama" senza mai andare oltre. Il bersaglio principale è Mitt Romney, ma un po' tutto il campo del Gop, da Sarah Palin a Donald Trump, viene coinvolto. L'obiettivo è speculare, ma forse un po' meno convincente: compattare i democratici attorno al loro presidente preso continuamente a badilate dal campo repubblicano.

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Spot: Romney attacca Obama

Romney mantiene le promesse: almeno per quanto riguarda la campagna elettorale. Era stato chiesto dal vertice del Gop ai super-riottosi duellanti per le primarie repubblicani di smetterla di combattersi uno contro l'altro e di focalizzare i loro attacchi contro Obama. Detto fatto, ecco il nuovo spot di Romney contro Obama.


venerdì 3 febbraio 2012

La lotta Romney - Gingrich preoccupa il GOP.
E anche Obama

C'è nervosismo nel quartiere generale dei Repubblicani per il tono dello scontro tra Gingrich e Romney, che da qualche settimana ha superato il livello di guardia. La campagna elettorale per le primarie si basa ormai su colpi bassi, attacchi frontali e spot negativi. Mentre le proposte politiche stanno a zero. Il livello più basso probabilmente è stato toccato da Gingrich: nei giorni precedenti le primarie in Florida, una chiamata automatica raggiungeva gli abitanti dello stato affermando come Romney "ha messo il veto nel 2003 su una tassa per permettere agli ebrei negli ospizi di mangiare kosher". E' evidente come il livello dello scontro stia degenerando, e di come l'andazzo potrebbe compromettere il campo repubblicano.

giovedì 2 febbraio 2012

Le gaffe di Romney? Un problema genetico

La campagna elettorale di Mitt Romney è costellata di gaffe. A dire la verità, alcune frasi di Romney "diventano" gaffe dopo essere state estrapolate dal loro contesto. La più nota è il "Mi piace licenziare", in cui in verità Romney si riferiva alla possibilità di licenziare aziende di servizi come le assicurazioni. L'ultima è "Non sono molto preoccupato per i poverissimi". E anche qui il candidato miliardario si riferiva al fatto che esiste anche negli States una rete di sicurezza per difendere i più poveri. Ma tant'è, il problema rimane, soprattutto visto che i candidati sanno di essere in continuazione esposti a interpretazioni ad hoc di quello che dicono e dovrebbero regolarsi di conseguenza.

mercoledì 1 febbraio 2012

E quello di Newt Gingrich dopo la sconfitta

Eloquente il cartello "46 stati alla fine".

Il discorso di Romney dopo la vittoria in Florida

Romney vince, Gingrich non molla

Secondo lo staff di Mitt Romney una vittoria in Florida di 7/8 punti sarebbe stata importante, una vittoria maggiore "più di quanto ci si possa aspettare". E viceversa, nello staff di Gingrich, si parlava di restare sotto i dieci punti per continuare la corsa senza accusare troppo il colpo. Dopo che Romney ha vinto di 14% (46 a 32%), cosa cambia?