lunedì 6 febbraio 2012

Tra Romney e Gingrich rispunta Santorum

Martedì 7 si vota in tre stati. Anzi in due e mezzo, visto che il "beauty contest" del Missouri non assegna nessun delegato ed è, appunto, solo un concorso di bellezza. Ma in Colorado e Minnesota ci si aggiudicano rispettivamente 36 e 40 delegati via caucus, sono quindi le elezioni primarie più importanti fino a questo momento dietro alla sola Florida, anche se non vincolano i delegati a votare per il candidato vincitore (non-binding caucuses). E nella lotta tra Romney e Gingrich rispunta l'uomo che fu del momento all'inizio di questa lunga marcia verso la nomination: Rick  Santorum.


In Minnesota Santorum è infatti in vantaggio su Romney di due punti (29 a 27%), con Gingrich e Paul un po' indietro (22 e 19%). In Missouri Santorum è avanti addirittura di 11 punti su Romney (45 a 34%), mentre in Colorado è il candidato mormone a essere in testa, con un rassicurante margine di 14 punti sempre su Santorum (40 a 26%), con Gingrich che insegue al 18%. Almeno per il 7 febbraio, l'ex senatore della Pennsylvania ruberà sicuramente la scena a Gingrich, e forse non solo. C'è infatti il rischio per Romney di perdere due dei tre stati in cui si vota: un risultato rischioso visto che si tratta di stati in bilico tra democratici e repubblicani e che rafforzerebbero le voci sulla ineleggibilità di Romney. Mettendo il multimiliardario in difficoltà in vista del Super Tuesday del 6 marzo, in cui le primarie si terranno anche in uno stato importante come l'Ohio e in cui i sondaggi dipingono una lotta serrata tra Gingrich, Romney e Santorum.




Se l'ex senatore della Pennsylvania dovesse effettivamente vincere nei due stati in cui è dato in vantaggio la sua candidatura sarebbe rilanciata, abbastanza almeno da fargli decidere di restare in corsa fino alla fine, soprattutto vista la sua idea che "in primarie così lunghe tutto può succedere, e bisogna essere pronti a sfruttare i ribaltamenti di fronte". Secondo alcuni analisti, come Nate Silver del New York Times, per molti aspetti Santorum è un candidato più pericoloso di Gingrich: sta conducendo una campagna elettorale più equilibrata (che potrebbe dare i suoi frutti sul lungo termine), ha meno passato politico e meno scheletri nell'armadio e, soprattutto, non è mal visto dai vertici repubblicani come è invece l'ex speaker.

Il vero vantaggio di Santorum è l'essere meno estremista di Gingrich, il che lo rende meno alieno agli occhi degli indipendenti. In più piace alla working class degli stati del Midwest. Per diventare una vera minaccia agli occhi dei due front runners deve però mettersi in mostra anche negli stati del sud con una forte componente social-conservatrice: un'operazione che potrebbe riuscire nel caso vincesse nei due stati di cui sopra, mettendo in dubbio la capacità di Romney di attirare il voto della classe operaia e riuscendo a far passare la vittoria di Gingrich in South Carolina come un evento una tantum.

Al momento sembra difficile che Santorum possa diventare il primo contendente di Romney. Ma se Gingrich vuole rimanere l'inseguitore deve riuscire a rattoppare una campagna che fino a questo momento l'ha visto in perenne deficit di soldi, organizzazione, disciplina e, soprattutto, supporto dai leader del GOP. Il punto di riferimento più importante è sempre uno: chi ha le maggiori possibilità di battere Obama? Al momento Romney è sotto di sei punti, Gingrich è sotto di 11. E Santorum? E' in vantaggio di un punto.


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