venerdì 30 marzo 2012

Sondaggi: Obama raggiunge il 54% e stacca Romney

Non è che Barack Obama stia attraversando un periodo particolarmente felice della sua vita politica. E' che i suoi avversari sono davvero troppo deboli e l'economia sta iniziando ad andare un po' meglio. Dopo il sondaggio che mostrava il presidente in vantaggio nei tre stati chiave in ottica presidenziale, arrivano altre buone nuove per Obama.

Secondo la CNN, infatti, il tasso di approvazione del presidente ha superato il 50% per la prima volta da maggio, e anche se la maggior parte degli americani continuano a considerare la situazione del paese "brutta", è cresciuta del 13% la percentuale di coloro che pensano che gli Stati Uniti se la stiano cavando bene dal punto di vista economico.

Per Santorum è davvero finita?

Gli ultimi sondaggi sul Wisconsin mostrano un Santorum sempre più in difficoltà, distante sette punti da Romney quando mancano solo sei giorni all'apertura delle urne. Secondo molti analisti, le primarie in Wisconsin rappresentano l'ultima spiaggia per il candidato italo-americano, ormai dato per sicuro sconfitto a vantaggio di Romney. Ma è proprio così?

L'epitaffio è già stato scritto da tempo per Ron Paul e Newt Gingrich, anche se nessuno dei due ha ancora mostrato intenzione di abbandonare e sembrano voler sperare fino alla fine nella possibilità di una open-convention che difficilmente andrebbe a loro vantaggio. Ma vale lo stesso anche per Santorum? Le ultime due primarie, entrambe in grandi stati, sono andate esattamente come previsto: larga vittoria per Romney in Illinois e altrettanto per Santorum in Louisiana. E prima di queste due, Santorum sembrava abbondantemente in gara.

mercoledì 28 marzo 2012

Sondaggi: Obama in vantaggio in 3 stati chiave

La strada di Barack Obama verso la rielezione sembra in discesa. E' ancora presto per sbilanciarsi, ma un nuovo sondaggio conferma il vantaggio del presidente in carica sui suoi possibili avversari in tre swing states (stati in bilico tra democratici e repubblicani) decisivi: l'Ohio, la Florida e la Pennsylvania. Nessun candidato ha mai vinto le elezioni dal 1960 a oggi senza portare a casa almeno due di questi tre stati, buona notizia per Obama quindi il fatto che al momento si trovi in vantaggio in tutti e tre.

In Florida supera Romney 49 a 42% e Santorum 50 a 37%. In Ohio il vantaggio sul miliardario mormone è di 6 punti (47 a 41%), di 7 sull'italo-americano (47 a 40%). Brutte notizie per Santorum arrivano anche dalla sua Pennsylvania: Romney fa infatti meglio di lui ma è comuque dietro a Obama di tre punti: 45 percento a 42.

Romney e il "fattore mormone"

E' passato quasi inosservato, ma per Mitt Romney il problema della sua aderenza alla religione mormone esiste e ha influito sulle primarie. Quello che ancora non si sa è se lo penalizzerà anche nelle elezioni generali che molto probabilmente dovrà affrontare. "Questa nomination sarebbe già chiusa, se non fosse per il fattore mormone", afferma il professore di Scienze politiche John Geer a Bloomberg. In effetti gli exit polls di numerosi stati in cui si sono tenute le primarie confermano la cosa. Romney riceve pochi voti dagli evangelici e da quelli che credono che la visione religiosa di un aspirante presidente sia "molto importante". E questo gli ha causato alcune sconfitte o vittorie meno nette. Impedendogli di fatto di chiudere il discorso "nomination repubblicana".

lunedì 26 marzo 2012

La corsa di Santorum finirà in California (al più tardi)

Una netta e attesa vittoria in Louisiana non cambierà gli esiti delle primarie: un po' perché a questa tappa elettorale è stata riservata poca attenzione mediatica (gli statunitensi al momento sono presi dalla discussione su Obamacare, le tensioni con l'Iran, il viaggio del presidente in Corea del Sud e altro ancora), un po' perché i delegati che Santorum ha conquistato nello stato del Sud sono troppo pochi per cambiare la situazione. Questione chiusa, dunque? Quasi. Per Santorum resta ancora una via da percorrere, è molto stretta e sembra comunque destinata a scontrarsi contro un muro invalicabile chiamato California.

Il prossimo mese sarà quello decisivo: degli 8 stati in cui si voterà ad aprile solo in due di questi Santorum ha delle chance (Wisconsin e Pennsylvania), mentre gli altri sei (Rhode Island, Delaware, D.C., New York, Connecticut, Maryland) sono saldamente in mando a Romney, come da tradizione moderata del nord-est. Il mese di aprile può quindi essere fatale per il candidato italo-americano, le cui speranze di continuare la corsa poggiano su una sola possibilità: arginare Romney nel momento a lui più favorevole, per rimanere vivo e guardare avanti. Per riuscirci è indispensabile vincere in Wisconsin il 3 aprile e in Pennsylvania il 24. In questo modo, in entrambe le tornate elettorali Santorum avrà materiale per annunciare di essere ancora in vita, togliendo un po' di spazio al trionfo del moderato mormone. In Wisconsin la situazione sembra però essersi ribaltata: se fino a poche settimane fa il social-conservatore di origini italiane sembrava avere in mano la situazione, ora è Romney a essere passato in vantaggio.

sabato 24 marzo 2012

Santorum vincerà in Louisiana, ma intanto in Wisconsin...

Rick Santorum si prepara a una nottata di gloria e a strappare un po' di visibilità a Romney conquistando una larga vittoria in Louisiana. Ma per l'italo-americano arrivano già le prime brutte notizie. Nella strategia di Santorum la vittoria in Louisiana doveva essere seguita da una conferma in Wisconsin il 3 aprile, per reggere l'urto del 24 aprile, quando si voterà in numerosi stati del nord-est, tutti vicini a Romney tranne la Pennsylvania, di cui Santorum è stato senatore.

Walking Dead: il mondo nel 2014 se Obama sarà rieletto
(nel nuovo spot di Santorum)

Una via di mezzo tra Walking Dead e Io sono leggenda: il nuovo spot di Santorum è davvero figo, anche se lo scenario che dipinge è davvero comico e ricorda un po' quei manifesti della Dc che avvertivano come in caso di vittoria dei comunisti ci sarebbe stata carestia, russi alle porte ecc. ecc. Da notare assolutamente il morphing subliminale tra Obama e Ahmadinejad al secondo 40.


venerdì 23 marzo 2012

Primarie in Louisiana: Santorum aumenta il vantaggio

Uno stato tipicamente del Sud come la Louisiana non poteva che premiare Rick Santorum, ma visto che al momento è Romney ad avere su di sé l'attenzione dei mass media - che lo stanno incoronando (prematuramente?) - come sicuro vincitore, ci si aspettava che potesse mettere in atto una bella rimonta sul candidato italo-americano. Per Romney una vittoria in Louisiana avrebbe significato chiudere la partita, e per qualche giorno gli uomini della sua campagna elettorale avevano accarezzato l'idea, vedendo i numeri di Romney crescere lentamente, ma costantemente. Gli ultimi sondaggi però riportano tutti sulla terra: le primarie in Louisiana le vincerà Santorum, il cui vantaggio ha raggiunto i 14 punti.

Ron Paul vice di Romney?

A circa metà della gara per le primarie repubblicane, Ron Paul non è riuscito a vincere in nessuno stato. Poco importa la finta vittoria nelle Virgin Islands agli inizi di marzo, in cui ha battuto Romney per 112 voti a 101, soprattutto perché il favorito alla vittoria finale ha comunque conquistato (per i meccanismi elettorali) sette dei nove delegati palio. La domanda è inevitabile: ma perché Ron Paul continua la corsa solitaria in elezioni che per lui non hanno alcuna possibilità di vittoria? La risposta che arriva dal suo staff è che c'è ancora speranza che il candidato iperlibertario possa emergere come vincitore da una convention aperta, ma la verità che l'obiettivo del candidato 76enne è un altro.

"Non dichiareremo mai pubblicamente che il nostro obiettivo non è vincere le primarie, ovviamente" - spiega uno dei boss della campagna di Paul, Doug Wead - "Ma ci sono molte ragioni per restare in corsa, una di queste è che noi stiamo cambiando il partito repubblicano". Gli uomini di Ron Paul hanno in mente un obiettivo ancora più importante, anche se improbabile: rendere il texas congressman il candidato vice-presidente in ticket con Romney.

giovedì 22 marzo 2012

Sondaggi: Obama è in vantaggio su tutti

Ancora un mese e molto probabilmente Barack Obama conoscerà il suo sfidante, che quasi sicuramente risponderà al nome di Mitt Romney. Nel frattempo la maggior parte dei mass media è impegnata a monitorare il saliscendi del gradimento di Obama, che nel giro di una settimana è sceso da un +2 a un -4 secondo le ultime rilevazioni.

Ma per Barack Obama e gli uomini della sua campagna elettorale quello che conta davvero non è tanto il gradimento in assoluto del presidente, ma il suo gradimento relativo. Rispetto ai suoi avversari. E su questo fronte per il momento Obama può dormire sonni tranquilli.

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Romney si prepara a vincere le primarie

Dopo aver dimostrato ancora una volta la sua capacità di resistenza e la sua determinazione, Mitt Romney si prepara a chiudere il discorso primarie e a portare a casa la nomination repubblicana. La vittoria di martedì in Illinois era ampiamente prevista e non c'era motivo di credere che Santorum potesse recuperarlo, ma la terza vittoria consecutiva in un mega-stato del Midwest - e con oltre dieci punti di vantaggio - mette una seria ipoteca sulle primarie del GOP. E anche se Santorum vincerà, come molto probabile, in Louisiana, le cose difficilmente cambieranno (anche perché nello stato del sud i delegati sono distribuiti proporzionalmente).

mercoledì 21 marzo 2012

Primarie in Illinois: Romney vince, ma ancora non basta

Mitt Romney supera abbondantemente Rick Santorum (46,7% a 35) in uno stato amichevole come l'Illinois. Tutto secondo le previsioni. Ma poco cambia in termini di matematica dei delegati, visto che Mitt Romney è appena sopra il 50% dei totali delegati che gli servono per potere reclamare la nomination alle presidenziali, e molti degli stati in cui la contesa sta per spostarsi (per prima la Louisiana il 24 marzo) gli sono tutto tranne che favorevoli.

martedì 20 marzo 2012

Romney vincerà le primarie in Illinois, ma in Lousiana...

Per Romney si prospetta una notte di gloria. Lo stato del centro nord dell'Illinois non è mai stato in discussione, e fino a poche settimane fa si pensava che proprio qui Mitt Romney avrebbe potuto mettere il segno il colpo del k.o. per chiudere le primarie repubblicane. Il tentativo di risalita di Santorum, e gli importanti agganci che si è creato, non sono bastati. E anzi, l'ex governatore del Massachusetts si avvia verso una facile vittoria. Nell'ultima settimana il suo distacco sul principale avversario è andato nettamente aumentando, merito di una campagna basata sul tema del lavoro (che Romney ha in mano), che gli ha permesso di crescere di ben otto punti in cinque giorni, mentre Santorum non riusciva a tenere il passo, rimanendo bloccato attorno al 30%.

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sabato 17 marzo 2012

La storia d'amore di Romney

Moglie commossa, foto ispirate, baci ai bambini, la struggente storia di un americano di successo (non proprio un self made man visto la famiglia da cui proviene, ma insomma...). Questo spot di Mitt Romney è un condensato di americanità, quel tipo di americanità che in Europa fa un po' ridere e un po' piangere.


Il gruppo (quasi) segreto che appoggia Santorum

L'Illinois, in cui si vota il 20 marzo, andrà sicuramente a Mitt Romney, ma in Louisiana (24 marzo) Rick Santorum ha un netto vantaggio sui suoi avversari e potrebbe subito parare il colpo. Ma per riuscirci è importante che il distacco su Romney e Gingrich cresca, visto che nello stato del Sud i delegati vengono distribuiti proporzionalmente, e una prestazione da secondo posto attorno al 20% di Romney consentirebbe al mormone di proseguire tranquillamente la sua strategia del "vincere perdendo". Santorum deve mettere a segno una vittoria netta, ma per riuscirci ha bisogno di soldi.

venerdì 16 marzo 2012

Romney vincerà, anche continuando a perdere

Lo staff di Mitt Romney è sicuro: sarà lui ad aggiudicarsi le primarie repubblicane. Una certezza che il terzo posto in cui il miliardario mormone è stato relegato in due importanti stati del Sud non ha minimanente scalfito. Non conta se Rick Santorum continua a ripetere che le sconfitte in Alabama e Mississippi dimostrano che Romney non è l'uomo giusto, o se Newt Gingrich non vuole mollare la corsa, quello che davvero importa è la conta dei delegati, che continua a essere favorevole a Romney.

giovedì 8 marzo 2012

Le difficoltà di Romney e la psicosi dei repubblicani

Mitt Romney ha fatto un passo verso la nomination, pagato (letteralmente) a carissimo prezzo e comunque senza riuscire a scrollarsi di dosso Rick Santorum. Ma tutti i suoi problemi sono ancora lì, e non danno ancora nessun segno di volerlo abbandonare. Fa fatica a conquistare gli evangelici e fa molta fatica a prendere voti al sud, territorio fondamentale per ogni esponente del GOP che si rispetti. Il problema è sempre il solito: non scalda la base repubblicana, è troppo poco conservatore e ottiene risultati deludenti nelle aree rurali e con gli elettori meno forti economicamente.

Tutte le sue debolezze sono state messe in mostra durante il Super Martedì, quando ha fallito la missione di chiudere il discorso nomination e ha anche rischiato di vedersi soffiare uno stato cruciale come l'Ohio da Rick Santorum. Molto probabilmente riuscirà comunque a conquistarsi la sua chance di sfidare Obama, ma è sempre più chiaro come la strada che lo porterà alla convention di Tampa sarà più lunga e gli costerà molti più soldi di quanto il suo staff (e chiunque altro) si sarebbe aspettato. Con il risultato che i leader dei repubblicani sono sempre più ansiosi, e l'entourage di Obama sempre più soddisfatto della strada che le primarie del GOP hanno preso.

mercoledì 7 marzo 2012

Super Tuesday: perché Romney non ha chiuso la gara

Meglio vincere male che perdere bene, ma la vittoria per un solo punto percentuale di Mitt Romney su Rick Santorum in Ohio è stata fin troppo di stretta misura per poter gridare "vittoria" con convinzione. Romney avrà anche vinto in sei stati, Alaska, Idaho, Massachusetts, Ohio, Vermont e Virginia - e si prenderà la maggioranza dei 437 delegati in palio - ma la verità è che la sua prestazione è stata di gran lunga inferiore alle attese, e il discorso tenuto da Boston con l'atteggiamento di chi attende solo di essere incoronato è più di facciata che di sostanza, più per non ammettere la sconfitta che effettivamente per essersi conquistato le elezioni presidenziali in seguito al Super Tuesday.

martedì 6 marzo 2012

Sondaggi: in Ohio Romney supera Santorum (forse)

Mancano poche ore al voto e in Ohio si profila sempre di più  un testa a testa al photofinish tra Mitt Romney e Rick Santorum. Gli ultimi sondaggi sono discordanti tra di loro, e danno a volte avanti il miliardario mormone (sondaggio WeAskAmerica), altre il suo avversario (Rasmussen Reports). Chiaro segno che la sfida si concluderà con un risultato di stretta misura, ma a favore di chi è ancora impossibile dirlo. L'inerzia sembra però favorire Romney, che solo pochi giorni fa si trovava in netto svantaggio ed è riuscito a recuperare (a suon di milioni) parecchi punti percentuali sul suo avversario, grazie anche al traino dato dalla vittoria nel caucus dello stato di Washington. Una vittoria per Romney in Ohio, anche se non decisiva per il conteggio dei delegati, metterebbe una pesante ipoteca sulla nomination. Ma molto dipende dal distacco che ci sarà tra i due candidati.






sabato 3 marzo 2012

Romney arranca in Ohio e Georgia

I nuovi sondaggi condotti in vista del Super Tuesday del 6 marzo non portano buone notizie a Mitt Romney: nei due stati più importanti, Ohio e Georgia, il "nonostante tutto favorito alla vittoria" si trova dietro. In Ohio il distacco con Santorum sta gradualmente diminuendo, e dagli undici punti che lo distanziavano dal candidato italo-americano si è passati a due soli punti percentuali. Ma ormai il tempo stringe, gli elettori si recheranno alle urne martedì e con tutta probabilità si verificherà un ennesimo testa a testa tra i due rivali.

venerdì 2 marzo 2012

Romney risponde a Obama (attaccando Santorum)

Il nuovo spot di Restore Our Future, il SuperPAC che appoggia Romney, cerca di boicottare la campagna di Obama e dei democratici di cui abbiamo appena parlato. Con due obiettivi: fare uscire allo scoperto la strategia del presidente e dei suoi, che dovrebbe restare sotto traccia e che mira a rafforzare Santorum attaccando Romney, e contemporaneamente scaricare su Santorum il barile dei flip-flopping su aborto & co.


Le mosse di Obama per indebolire Romney

La partita decisiva nel Super Tuesday del 6 marzo si gioca in Ohio, il settimo stato più popoloso degli Stati Uniti, in cui i centri urbani, tendenzialmente progressisti o almeno moderati, punteggiano vaste aree rurali caratterizzate da un elettorato profondamente conservatore e religioso. E il brusco emergere di tematiche sociali tra le issues dominanti di queste primarie (aborto e contraccezione) potrebbero aiutare Santorum a conquistare una sofferta vittoria su Mitt Romney.

giovedì 1 marzo 2012

La strategia "ammazza-Romney" di Obama...
Secondo Romney

Prima del voto in Michigan si è parlato a lungo della possibilità che elettori democratici si recassero alle urne per votare Santorum, allo scopo di far perdere Romney, visto come l'avversario più temibile in ottica presidenziale. Una cosa che non deve essere andata giù allo staff di Romney, che con questo spot da una parte si vendica, e dall'altra cerca di mettere le mani avanti e anticipare il messaggio prima che i democratici facciano salire in superficie il messaggio. Strategie e marketing politico made in U.S.A.


La lotta per il Super Tuesday si concentra sull'Ohio

Il 6 marzo potrebbe finalmente essere fatto un po' di ordine nella lotta per le primarie repubblicane. E se c'è uno stato in grado di chiarire le idee a dirigenti ed elettori del GOP quello è l'Ohio. Per questa ragione lo staff di Mitt Romney è approdato nello stato simbolo del Midwest americano già da settimane, spendendo una montagna di soldi per confermare il suo status di front-runner e provare a chiudere definitivamente la partita. Il peso simbolico di una vittoria qui va oltre il numero dei 66 (tanti) delegati in gioco, anche perché i delegati saranno distribuiti proporzionalmente in base ai voti ottenuti e di conseguenza è difficile che qualcuno dei candidati riesca a prendere il largo.