mercoledì 28 marzo 2012

Romney e il "fattore mormone"

E' passato quasi inosservato, ma per Mitt Romney il problema della sua aderenza alla religione mormone esiste e ha influito sulle primarie. Quello che ancora non si sa è se lo penalizzerà anche nelle elezioni generali che molto probabilmente dovrà affrontare. "Questa nomination sarebbe già chiusa, se non fosse per il fattore mormone", afferma il professore di Scienze politiche John Geer a Bloomberg. In effetti gli exit polls di numerosi stati in cui si sono tenute le primarie confermano la cosa. Romney riceve pochi voti dagli evangelici e da quelli che credono che la visione religiosa di un aspirante presidente sia "molto importante". E questo gli ha causato alcune sconfitte o vittorie meno nette. Impedendogli di fatto di chiudere il discorso "nomination repubblicana".


Nel Midwest e nel Sud, tra gli evangelici Santorum ha battuto Romney con numeri a due cifre, ancora peggio è andata tra chi pensa che il credo di un potenziale presidente sia "molto importante". Romney è un uomo la cui religiosità è nota, e questo dovrebbe renderlo appetibile per questo gruppo di elettori. Invece no, Santorum ha vinto 52 a 21% in Ohio, 51 a 17% in Tennessee, 47 a 16% in Alabama. E anche in Illinois, dove Romney ha facilmente portato a casa la vittoria, ha perso pesantemente nei confronti di Santorum tra gli elettori che ritengono la sua fede una questione importante.

L'ostilità nei confronti di Romney e della sua religione spesso viene espressa esplicitamente, un leader evangelico di Dallas, il pastore Robert Jeffress, ha definito il mormonismo un "culto", affermando anche che per questa ragione "Romney non potrà accedere al paradiso". Nella gara delle sparate ha però vinto Scott Thomas, conservatore cattolico che appoggia Santorum, secondo cui: "l'Anticristo forse non è Obama, ma Romney".

Ma nelle elezioni generali questa diffidenza nei confronti dei mormoni penalizzerà Romney? Ad avere molti dubbi sull'integrità etica dei mormoni sono principalmente gli evangelici, il cui odio per Obama (diavolo nero socialista) dovrebbe però avere la meglio su tutto, come conferma proprio Jeffress: "Se questa fosse la scelta, mi tapperò il naso e voterò Romney". Non solo gli evangelici, ma anche gli elettori di sinistra - per il loro conservatorismo - e le persone non molto istruite - che li considerano aderenti a un culto un po' bizzarro e un po' inquietante - diffidano fortemente dei mormoni.

I mormoni crescono rapidamente, ma sono solo il 2% dell'elettorato. Il loro massiccio supporto potrebbe però essere importante in due stati come il Nevada e il Colorado, che hanno caratteristiche particolari: sono in bilico tra democratici e repubblicani e hanno un'alta presenza di mormoni. Un aspetto che però non deve neanche essere sopravvalutato, dal momento che il 75% dei mormoni è repubblicano, e quindi voterebbe per Romney in ogni caso.

D'altra parte è possibile che molti vadano alle urne solo perché c'è un "loro" candidato alla Casa Bianca. Non solo: come più di 50 anni fa ci fu qualche cattolico repubblicano che votò per Kennedy solo perché cattolico anche lui, è possibile che a questo giro succeda la stessa cosa tra i non molti mormoni democratici.




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