mercoledì 18 aprile 2012

La strategia di Romney e la "likability" di Obama

Il punto di forza di Obama è la sua "likability", la sua piacevolezza. Aspetto sotto il quale l'indice di gradimento del presidente in carica è il doppio di quello di Romney, secondo un recente sondaggio del Washington Post. Ma è proprio a partire da quello che è un suo punto debole che Mitt Romney può mettere a punto una strategia per scacciare l'avversario dalla Casa Bianca: dare troppa importanza alla piacevolezza è un errore, ed è un errore innanzitutto per i democratici. Non basta che moltissimi elettori considerino Obama "amichevole e piacevole" per vincere le elezioni.

Ma anche i repubblicani sbaglierebbero se decidessero di spendere le loro energie per dimostrare agli americani che la loro percezione del presidente come di un "nice guy" è sbagliata. C'è poco da fare: quando gli statunitensi guardano a Obama, vedono un padre amorevole, una persona con dei sani valori personali e con una bella famiglia. Una brava persona. L'amministrazione democratica ha bene in mente questo punto di forza del presidente e lo sfrutta anche in campagna elettorale, come dimostrano le pubblicità su internet per la rielezione che esibiscono un bel quadretto della famiglia Obama.

venerdì 13 aprile 2012

Sondaggi: il mistero del gradimento di Obama

Magari "mistero" è un po' troppo, però è curioso come 3 istituti diversi, con sondaggi condotti negli stessi giorni, abbiamo dato risultati così diversi. Sondaggi così, alla fine, non servono a nulla e mettono anche un po' in dubbio la loro funzione. Il gradimento di Obama è buono, così così o pessimo?

Il dato peggiore lo dà la Fox News, e la cosa non sorprende visto che è praticamente l'organo ufficiale del Partito Repubblicano: il tasso di approvazione del lavoro di Obama è al 42%, nove punti lontano dal "tasso di disapprovazione".

Secondo lo storico istituto Gallup le cose vanno in maniera ben diversa, con la percentuale di coloro che hanno una visione positiva del lavoro del presidente che sale al 48%. Non un risultato eccezionale, ma che comunque si avvicina a quel 50% considerato il livello minimo per la rielezione. Infine Rasmussen Reports: si mette a metà strada rilevando un Obama con l'approvazione sempre al 48%, ma la disapprovazione che sale 50%.

Dove sta la verità? Impossibile dirlo, ma per lo staff di Obama conta poco: se vogliono conquistare un secondo mandato questi dati dovranno salire nei prossimi mesi. E non poco.


giovedì 12 aprile 2012

Le prossime mosse di Obama

Lo staff di Barack Obama ha ripetuto per più di un mese che la campagna elettorale era di fatto già cominciata, ma solo con l'uscita di scena di Rick Santorum inizia la vera battaglia uno contro uno tra il presidente e Romney. Già da alcune mosse di Obama e dei suoi si può capire come stessero aspettando questo momento da un po' - per esempio per il fatto di aver già cominciato a produrre spot con Romney come unico obiettivo -, e quindi è probabile che il suono della campanella d'inizio sia stato un sollievo.

Ora per Obama ci sono quattro mosse da fare subito, nel primo mese della campagna per le elezioni presidenziali del 2012.

Aumentare il fund-raising. Il superPac di Obama (Priorities USA Action), anche per il poco supporto ricevuto dal presidente, se la cava male rispetto alla potenza di fuoco a disposizione dei gruppi di supporto dalla parte del GOP. E adesso la minaccia principale non è più il Pac di Romney, in grado attraverso i suoi spot negativi di mettere in ginocchio Gingrich prima e Santorum poi, ma il Crossroads GPS, uno dei centri legati a Karl Rove che stanno mettendo assieme qualcosa come 300 milioni di dollari e che hanno già iniziato a spendere quasi due milioni per mandare in onda uno spot contro Obama negli stati chiave di questa campagna.

mercoledì 11 aprile 2012

Sondaggi: Romney recupera su Obama

Con Santorum fuori dai giochi, Romney cattura su di sé tutta l'attenzione del campo repubblicano e sale immediatamente nei sondaggi. La rilevazione in questione è stata fatta tra l'8 e il 10 aprile, quindi prima che Santorum ufficializzasse il ritiro, ma quando comunque era evidente come il candidato italo-americano non avesse più nessuna chance. La sfida tra Romney e Obama è partita, e non poteva che partire con i due contendenti dati in parità.


martedì 10 aprile 2012

Dietrofront: Santorum si ritira

Santorum si ritira
"E' stato un fine settimana difficile, anche per le condizioni di nostra figlia che è stata ricoverata in ospedale, ma le cui condizioni stanno migliorando. Questo week end mi ha dato modo di riflettere sul ruolo che abbiamo noi come genitori. Meglio abbandonare questa corsa, ci siamo seduti attorno a un tavolo, abbiamo espresso le nostri preoccupazioni, vogliamo essere i migliori genitori possibili e vogliamo vivere in un paese in cui il sogno americano possa ancora realizzarsi. Questo sogno ci sta scivolando dalle nostre mani, noi però adesso vogliamo prenderci le nostre responsabilità nei confronti dei nostri figli. Per questo un anno fa era cominciata questa corsa, raccontando la mia vita e la storia della mia famiglia. Dopo un po' però si è trattato meno della mia storia e più della storia dei cittadini".

Dietrofront quindi: Santorum si ritira dalle corsa. Al contrario di quanto appena scritto da noi e da moltissimi  commentatori americani, il candidato italo-americano non vuole più impuntarsi in una corsa senza speranze di vittoria. E sicuramente c'entrano le condizioni di salute della figlia, ma probabilmente non è solo questo. Adesso si aspetta solo l'endorsement a Romney.

Perché Santorum non si ritira dalle primarie

Ehi, se siete capitati su quest'articolo, visti gli ultimi sviluppi, forse è il caso di leggere quest'altro pezzo

John McCain l'ha liquidato con una parola: "Irrilevante". Ma Rick Santorum non dà segno di voler abbandonare la corsa alle primarie repubblicane, nonostante le sue chance siano ormai ridotte a zero. Per quale ragione il candidato italo-americano continua la campagna elettorale, anche se da tutte le parti gli arrivano richieste sempre più pressanti di lasciare campo libero a Romney, in modo che il front-runner possa concentrare tutto il suo impegno, e risorse, sull'obiettivo Obama?

giovedì 5 aprile 2012

Santorum non si arrende e punta tutto sulla Pennsylvania

E' il "suo" stato. Quello in cui è cresciuto e che ha rappresentato come senatore dal 1995 dal 2007, prima di perdere per 18 punti percentuali nei confronti del suo avversario durante la corsa per il terzo mandato. Ma anche se l'ultima volta che gli elettori si sono espressi su di lui lo hanno bastonato, Santorum ha deciso di puntare tutto sulla Pennsylvania, e mentre in Wisconsin si recavano alle urne, lui si trovava già qui per cominciare quello che potrebbe essere il suo ultimo sforzo elettorale. Dei tanti stati in cui si vota il 24 aprile, solo in Pennsylvania Santorum ha qualche chance di vittoria, in una miriade di stati come New York, Connecticut, Rhode Island in cui Romney porterà a casa altre nettissime vittorie che lo avvicineranno ancora di più alla nomination repubblicana.