giovedì 12 aprile 2012

Le prossime mosse di Obama

Lo staff di Barack Obama ha ripetuto per più di un mese che la campagna elettorale era di fatto già cominciata, ma solo con l'uscita di scena di Rick Santorum inizia la vera battaglia uno contro uno tra il presidente e Romney. Già da alcune mosse di Obama e dei suoi si può capire come stessero aspettando questo momento da un po' - per esempio per il fatto di aver già cominciato a produrre spot con Romney come unico obiettivo -, e quindi è probabile che il suono della campanella d'inizio sia stato un sollievo.

Ora per Obama ci sono quattro mosse da fare subito, nel primo mese della campagna per le elezioni presidenziali del 2012.

Aumentare il fund-raising. Il superPac di Obama (Priorities USA Action), anche per il poco supporto ricevuto dal presidente, se la cava male rispetto alla potenza di fuoco a disposizione dei gruppi di supporto dalla parte del GOP. E adesso la minaccia principale non è più il Pac di Romney, in grado attraverso i suoi spot negativi di mettere in ginocchio Gingrich prima e Santorum poi, ma il Crossroads GPS, uno dei centri legati a Karl Rove che stanno mettendo assieme qualcosa come 300 milioni di dollari e che hanno già iniziato a spendere quasi due milioni per mandare in onda uno spot contro Obama negli stati chiave di questa campagna.


La speranza nella cerchia di Obama è che la fine delle primarie repubblicane e l'emergere della figura di Romney svegli i ricconi dalla parte dei democratici. E per essere sicuri che il messaggio arrivi, una e-mail è stata spedita dal quartier generale dei democratici a tutti i supporter:

Santorum è fuori. Le prossime 24 ore sono critiche. I democratici devono mettersi in mostra nel modo più forte possibile per dimostrare di avere quello che serve per ribattere agli attacchi dei repubblicani e vincere nel 2012. Contribuisci con 3 dollari o di più in queste prime cruciali ore delle elezioni generali.

Evitare che Romney ridefinisca la sua immagine. Il portavoce di Romney, Eric Fehrnstrom, ha fatto una gaffe dicendo che il suo boss avrebbe cancellato quanto fatto e detto durante le primarie come un ragazzino che agita la lavagnetta di sabbia (etch a sketch). Durante le primarie infatti Romney si è spinto molto a destra per competere contro i suoi rivali iper-conservatori, infilandosi in territori politici decisamente poco graditi a moderati e indipendenti. Di conseguenza lo staff di Obama sta lavorando a una rapida e intensa risposta al tentativo di Romney di tornare sui suoi passi, ricordando agli elettori le posizioni espresse dal miliardario mormone in tema di aborto, sanità, salvataggio dell'industria dell'auto, riforma dell'immigrazione ecc. ecc.

"Più gli americani sapranno di Mitt Romney, meno gli piacerà e meno gli crederanno" - ha detto ai giornalisti uno dei consiglieri di Obama, Jim Messina - "Mentre si proclama il candidato ideale per il Tea Party, ha promesso di ritornare alle politiche hanno causato la crisi economica alienandosi il voto delle donne, della classe media e degli ispanici".

Obama non deve più essere Superman. Non basta impedire a Romney di ridefinire la sua immagine, gli uomini di Obama devono darsi da fare per riuscire a fare un bel rebranding del presidente. Quattro anni fa la biografia di Obama si focalizzava sulla trasformazione da persona normale con un'incredibile storia di vita a simbolo che incarnava la speranza del cambiamento. A questo giro il processo deve andare un po' al contrario: con Obama che torna a vestire i panni del regular guy, anche per contrapporsi all'ex finanziere ipermiliardario Mitt Romney. Che a sua volta sta giocando allo stesso gioco, vestendo sempre in blue jeans, prendendo in giro Obama per i suoi legami con Harvard e parlando "degli anni passati a volare su e giù con l'Air Force One, circondato da uno staff di fedeli adoratori".

Rendere le elezioni un referendum su Romney, non sull'economia. Questo è l'obiettivo più importante di tutta la campagna elettorale, ed è fondamentale far passare questo messaggio adesso che la gara è appena cominciata. Anche se ci sono alcuni segni di miglioramenti, pochi americani hanno sensazioni positive sul futuro della nazione. Meglio allora che queste elezioni non si concentrino su quello che è il punto di debole di Obama: la situazione economica degli Stati Uniti. Come ha fatto Bush nel 2004, così Obama deve riuscire a definire l'immagine del suo avversario come di un debole, un uomo senza convinzioni forti, inadatto a ricoprire un ruolo tanto importante in un momento delicato. Non sembra un compito impossibile, visto che in buona parte l'immagine che finora ci si è formati di Romney non è molto diversa da questa, anche a causa dei suoi mille flip flop e della sensazione che ha dato di dire sempre e solo quello che lui crede gli altri vogliano sentire, senza mai rischiare di mettersi in mostra per quello che è. Non a caso il tasso di approvazione di Romney va male: il 37% degli americani lo apprezza, il 49 no. Una percentuale un po' troppo bassa per un candidato alla presidenza. Ma nei prossimi mesi può ancora cambiare tutto.

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