mercoledì 18 aprile 2012

La strategia di Romney e la "likability" di Obama

Il punto di forza di Obama è la sua "likability", la sua piacevolezza. Aspetto sotto il quale l'indice di gradimento del presidente in carica è il doppio di quello di Romney, secondo un recente sondaggio del Washington Post. Ma è proprio a partire da quello che è un suo punto debole che Mitt Romney può mettere a punto una strategia per scacciare l'avversario dalla Casa Bianca: dare troppa importanza alla piacevolezza è un errore, ed è un errore innanzitutto per i democratici. Non basta che moltissimi elettori considerino Obama "amichevole e piacevole" per vincere le elezioni.

Ma anche i repubblicani sbaglierebbero se decidessero di spendere le loro energie per dimostrare agli americani che la loro percezione del presidente come di un "nice guy" è sbagliata. C'è poco da fare: quando gli statunitensi guardano a Obama, vedono un padre amorevole, una persona con dei sani valori personali e con una bella famiglia. Una brava persona. L'amministrazione democratica ha bene in mente questo punto di forza del presidente e lo sfrutta anche in campagna elettorale, come dimostrano le pubblicità su internet per la rielezione che esibiscono un bel quadretto della famiglia Obama.


Non solo: il gruppo di ricerca repubblicano "Resurgent Republic" ha scoperto, attraverso un focus group, che in massima parte gli indipendenti che nel 2008 hanno votato Obama lo trovano ancora una persona estremamente piacevole. Buone notizie sul fronte democratico. Ma c'è un rovescio della medaglia: la stessa ricerca mostra come quando viene chiesto ai partecipanti del focus group "cosa piace di più del presidente" le risposte si riferiscono quasi esclusivamente ai tratti caratteriali del presidente e alla sua ars oratoria. Il che spiega perché il sondaggio del Washington Post di cui sopra mostra come Mitt Romney sia considerato il candidato che gestirebbe meglio l'economia.

Questo deve preoccupare Obama, e deve preoccuparlo anche che il 64% crede che la nazione a stelle e strisce sia "seguendo la strada sbagliata", che il 76% considera il paese ancora in recessione e che solo un quarto degli statunitensi crede che la Corte Suprema dovrebbe confermare la riforma della sanità nella sua interezza. In altre parole, la maggior parte degli elettori non è così contenta di Obama quando si parla delle questioni principali di queste elezioni. Likability o meno.

Romney quindi non deve essere più prudente quando attacca Obama per timore che gli elettori facciano cerchio attorno al "piacevole" presidente, deve semplicemente attaccarlo per i suoi punti deboli e per i risultati controversi ottenuti in campo economico e non. La domanda cruciale non deve essere "vi piace Obama?", ma "Obama sta facendo un buon lavoro?". Non è la prima volta che i repubblicani si trovano in una situazione del genere.

Era il 1980 e Ronald Reagan stava per mettere al tappeto Jimmy Carter. Moltissimi americani consideravano il loro presidente in carica una "brava e piacevole persona", ma per il giorno delle elezioni Reagan era riuscito a convincerli che, semplicemente, non fosse adatto a quel lavoro. Due questioni ben distinte. Il giorno dopo la vittoria, il sondaggista di Reagan, Richard Wirthlin, spiegò la strategia: "Abbiamo visto l'opportunità di ribaltare i ruoli. Quando si è trattato di andare a votare, gli americani hanno visto lo sfidante come più presidenziale del presidente in carica".

Mitt Romney ha già i voti di quelli a cui Obama non piace. I voti di cui ha bisogno sono quelli degli elettori a cui Obama piace, ma hanno molti dubbi sulla sua capacità di leadership come presidente degli U.S.A.

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