venerdì 2 marzo 2012

Le mosse di Obama per indebolire Romney

La partita decisiva nel Super Tuesday del 6 marzo si gioca in Ohio, il settimo stato più popoloso degli Stati Uniti, in cui i centri urbani, tendenzialmente progressisti o almeno moderati, punteggiano vaste aree rurali caratterizzate da un elettorato profondamente conservatore e religioso. E il brusco emergere di tematiche sociali tra le issues dominanti di queste primarie (aborto e contraccezione) potrebbero aiutare Santorum a conquistare una sofferta vittoria su Mitt Romney.


Ma sono proprio i temi che stanno dominando l'agenda mediatica a rendere cruciale il voto femminile, motivo per cui i democratici hanno iniziato a intonare il mantra della "guerra dei repubblicani contro la libertà delle donne". Un mantra reso ancora più credibile dalla contro-proposta di legge dei repubblicani sui contraccettivi forniti in ambito lavorativo, emendamento del senatore Blunt che è stato comunque sconfitto dal voto del Senato. I democratici stanno però approfittato della "guerra di civiltà" con i repubblicani per rendere questa la tematica decisiva in Ohio, condannando la "battaglia contro le donne" condotta da Mitt Romney, che in effetti aveva appoggiato l'emendamento.

Non che Santorum vada in una direzione diversa rispetto al suo avversario... E allora perché attaccare solo Romney? Il candidato mormone ha cambiato idea parecchie volte sul tema (e non solo su questo), in principio appoggiando una politica pro-choice ai tempi della candidatura come governatore del Massachusetts, per poi rimangiarsi tutto e passare dalla parte degli anti-abortisti. Un cambiamento di vedute che ha causato confusione nell'elettorato repubblicano, e che ora i democratici vogliono cavalcare per costringerlo a prendere una posizione ferma sul tema, in modo che durante le elezioni generali non possa rimangiarsela.

Una strategia spiegata chiaramente dalla deputata democratica dell'Ohio Betty Sutton: "La salute delle donne è una questione personale e privata, non un'opportunità politica di Romney. Spero che decida una volta per tutte da che parte stare, e spero che decida di stare dalla parte delle donne". Una speranza vana e provocatoria, visto che Romney è impossibilitato a prendere una decisione di questo tipo nel bel mezzo dello scontro con il crociato Santorum.

Ed ecco che all'improvviso Romney si trova in prima pagina e costretto ad affrontare un tema che avrebbe volentieri evitato. E lo affronta nell'unico modo per lui possibile, riassunto così dal suo portavoce: "Il presidente Obama sta sguinzagliando i suoi amici contro Romney per cercare di distrarre l'elettorato dalla sua guerra contro la religione. Nel primo giorno come presidente Romney eliminerà la legge che obbliga i datori di lavoro a fornire i contraccettivi gratuitamente e questo sarà il primo passo che porterà all'abolizione dell'ObamaCare. Romney supporta l'emendamento Blunt perché crede nell'obiezione di coscienza per gli istituti religiosi e per gli uomini di fede". Quella dei democratici è quindi una strategia che mira a indebolire il miliardario mormone (favorito per la nomination repubblicana) in vista delle presidenziali. Ma non solo.

Le primarie repubblicane sono ormai un testa a testa tra Romney e Santorum, ma le posizioni ultraconservatrici di quest'ultimo sui temi sociali non possono che far apparire al confronto il candidato mormone un moderato e aiutarlo così a conquistare il voto delle donne. Cosa che i democratici non vogliono. Ed ecco che continuare a puntare su Romney e sulla sua "lotta contro i diritti delle donne" serve anche a Santorum per apparire meno radicale ed evitare che le donne gli voltino le spalle. Per i democratici, e per Obama, la strategia è chiara: durante le presidenziali vogliono affrontare o un Romney che non potrà più rimangiarsi le prese di posizioni iperconservatrici, o Santorum, che iperconservatore lo è al 100%.

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