giovedì 1 marzo 2012

La lotta per il Super Tuesday si concentra sull'Ohio

Il 6 marzo potrebbe finalmente essere fatto un po' di ordine nella lotta per le primarie repubblicane. E se c'è uno stato in grado di chiarire le idee a dirigenti ed elettori del GOP quello è l'Ohio. Per questa ragione lo staff di Mitt Romney è approdato nello stato simbolo del Midwest americano già da settimane, spendendo una montagna di soldi per confermare il suo status di front-runner e provare a chiudere definitivamente la partita. Il peso simbolico di una vittoria qui va oltre il numero dei 66 (tanti) delegati in gioco, anche perché i delegati saranno distribuiti proporzionalmente in base ai voti ottenuti e di conseguenza è difficile che qualcuno dei candidati riesca a prendere il largo.


I sondaggi attribuiscono ancora un significativo vantaggio a Santorum, di almeno sette punti, ma sono dati che risalgono a prima delle vittorie di Romney in Michigan e Arizona. E, fino a questo momento, ogni volta che qualcuno è stato protagonista di un turno delle primarie ha visto crescere i propri numeri in maniera importante. Gli occhi al momento sono tutti posati sui pollsters, in attesa che i moderni oracoli diano qualche nuova indicazione su Ohio e su stati minori come Oklahoma e Georgia, luoghi profondamente conservatori in cui Romney non è favorito.

Una anticipazione di quello che i sondaggi potrebbero dirci già domani la dà Bob Bennet, ex presidente dei repubblicani dell'Ohio: "Grazie alla vittoria di Romney in Michigan questa sfida sarà un testa a testa fino alla fine, ma penso che sarà lui a spuntarla. Però Santorum potrebbe conquistare parecchi delegati, perché in questo stato ci sono aree molto conservatrici".

L'importanza dello scontro e la volatilità della situazione ha convinto i gruppi di supporto (SuperPAC e non) a spendere fino in fondo le risorse a disposizione in spot per le TV e per le radio: Restore Our Future (il gruppo indipendente che appoggia Romney) spenderà più di un milione di dollari da qui fino al 6 marzo, la Susan B. Anthony list (un gruppo antiabortista che spalleggia Santorum) ha pianificato di spendere 200mila dollari. E Obama?

Il suo superPAC, Priorities Usa Action, sta prendendo di mira Mitt Romney per essersi opposto al salvataggio statale della industria dell'auto nel 2008, una scelta che può essere d'aiuto nelle primarie repubblicane, ma potrebbe essere devastante nelle elezioni presidenziali. Lo stratega dietro Priorities Usa Action, Bill Burton, spiega così la decisione: "La grande attenzione data al salvataggio dell'auto ha di fatto reso il Michigan uno stato in cui Romney non ha speranza di competere nelle elezioni presidenziali, se sarà lui a conquistare la nomination. Stiamo cercando di fare la stessa cosa in Ohio".

Il piano di Romney è esattamente l'opposto: vincere in Ohio per dimostrare di essere in grado di vincere negli stati che contano di più e in cui la crisi economica ha colpito duramente. Non solo, riuscire a vincere qui (lo stato più importante di quelli in cui si vota il 6 marzo e in cui Romney è dato in svantaggio) vorrebbe dire poter far passare sotto silenzio un'eventuale sconfitta in numerosi altri stati. Inoltre un'importante vittoria potrebbe dare a Romney la forza necessaria per affrontare gli stati a lui ostili in cui si voterà ancora più avanti, il 13 marzo: Alabama e Mississippi.

Se le cose andassero com'è nei suoi piani, il candidato mormone potrebbe finalmente alzare la voce per dire al partito che è ora di fare squadra attorno a lui e finalmente iniziare a puntare al bersaglio grosso: Barack Obama. L'unico ancora in grado di opporsi a Romney è Santorum: se riuscirà a resistere all'assalto, confermarsi nei sondaggi e quindi vincere si ritroverà esattamente dov'era prima delle elezioni in Michigan e Arizona. E la sfida diventerà un testa a testa in cui decretare il vincitore sarà sempre più difficile. Per riuscirci la strategia di Santorum non sembra sul punto di cambiare: essere sempre il candidato più a destra possibile. Gaffe su Kennedy permettendo.

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