giovedì 22 marzo 2012

Romney si prepara a vincere le primarie

Dopo aver dimostrato ancora una volta la sua capacità di resistenza e la sua determinazione, Mitt Romney si prepara a chiudere il discorso primarie e a portare a casa la nomination repubblicana. La vittoria di martedì in Illinois era ampiamente prevista e non c'era motivo di credere che Santorum potesse recuperarlo, ma la terza vittoria consecutiva in un mega-stato del Midwest - e con oltre dieci punti di vantaggio - mette una seria ipoteca sulle primarie del GOP. E anche se Santorum vincerà, come molto probabile, in Louisiana, le cose difficilmente cambieranno (anche perché nello stato del sud i delegati sono distribuiti proporzionalmente).


La partita si chiuderà quindi ad aprile? Facile che accada, soprattutto se Santorum dovesse perdere anche in Pennsylvania, stato che ha rappresentato al Senato, e in Wisconsin. Dovesse perdere entrambi, sarebbe difficile per lui spiegare la scelta di restare in corsa. Ma se anche portasse a casa il Wisconsin, non potrebbe cambiare le sorti della corsa. Diverso lo scenario se Santorum vincesse entrambi gli stati, e per il momento i sondaggi sono dalla sua parte.

I boss del partito sperano solo che la guerra fratricida interna al partito termini il prima possibile e tutti gli occhi sono puntati sulla Pennsylvania: "Se Santorum perde nel suo stato, come può pensare di andare avanti? La traiettoria procede lentamente, ma dritta, verso la nomination di Romney", le parole di Peter Roskan, esponente repubblicano della camera, tradiscono l'ansia di chiudere in fretta queste primarie. Mitt Romney è sulla buona strada per vincere la gara, ma il candidato italo-americano, sondaggi alla mano, ha ancora le sue chance da giocarsi.

"Ci riprenderemo dalla sconfitta in Illinois vincendo in Louisiana, poi cambieremo la traiettoria della corsa andando a vincere in Wisconsin il 3 aprile", ha detto John Brabender, chief strategist di Santorum.

"Passerò in Louisiana il resto della settimana, poi andrò dritto in Pennsylvania per fare il pieno di delegati, colmare il gap e andare dritto alla vittoria", ha detto Santorum. Non sono proprio le parole di uno che si prepara a fare le valigie. Ma il vero di problema dell'ex senatore non è tanto la sua capacità di conquistare ancora stati importanti, quanto il distacco di trecento delegati precisi che lo separano da Romney. L'obiettivo a questo punto diventa impedire a Romney di conquistare i 1.144 delegati (ora è a 563) che servono per ottenere la nomination, e poi sconfiggerlo in una convention aperta (in cui nessuno arriva con già in tasca la maggioranza dei voti).

Il governatore del Mississippi Haley Barbour non crede in questo scenario: "Qualcuno metterà insieme una striscia vincente, e anche se non raggiungerà la maggioranza dei delegati, alla convention il partito si riunirà attorno a lui". Una descrizione di questo tipo calza di più su Romney, da sempre il candidato preferito dall'establishment repubblicano.

E dallo staff del miliardario mormone infatti danno prova di sicurezza: "Mitt Romney è il candidato sicuro. La sua leadership nella conta dei delegati non può essere messa in discussione, siamo sicuri al 100% che andrà a Tampa (dove si svolge la convention ndr) per prendersi la nomination". Una certezza che si riflette nei discorsi di Romney, che ormai non puntato più ad attaccare i suoi rivali e si sono concentrati su Obama.

Anche perché Santorum si sta facendo del male da solo: fino a pochi giorni fa era Mitt Romney a collezionare gaffe, ma ora che il miliardario sembra aver imparato la lezione, è Santorum a prendere il suo posto. Durante l'inesplicabile viaggio a Porto Rico (stato poco importante e comunque già in mano a Romney) se ne è uscito con la peggiore frase immaginabile: "Non mi interessa quale sarà il tasso di disoccupazione, non mi importa. La mia campagna non si basa sulla crescita o decrescita di questi numeri".

Un'affermazione che voleva sottolineare come Santorum si occupi di tematiche più radicali se non ideologiche, ma un commento di questo genere seguito dalla sconfitta in uno stato industriale come l'Illinois non gli hanno fatto fare una bella figura. Discorsi del genere possono gasare alcuni elettori e fargli vincere in stati profondamente repubblicani, ma non serviranno mai a vincere delle primarie.


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