martedì 7 febbraio 2012

Perché Obama può vincere ancora

“Mi merito un secondo mandato”, ha detto Obama in un’intervista rilasciata appena prima del Super Bowl. E se le cose continuano ad andare così, le sue speranze potrebbero trasformarsi in realtà. Secondo il sondaggio di ABC News e del Washington Post il presidente in carica al momento è in vantaggio di sei punti su Mitt Romney (51 a 46%). Solo un mese fa, lo stesso sondaggio dava Obama in svantaggio di due punti ed era da luglio che non riusciva a superare Romney (anche se altri sondaggi davano risultati diversi). Inoltre il tasso di approvazione di Obama ha raggiunto il 50%, il livello più alto dal marzo scorso.

Un'altra buona nuova per Obama è che i sondaggi stanno di fatto ripercorrendo quanto già visto nella sfida del 2008 contro McCain. Considerando l’entusiasmo che circondava l’allora senatore quattro anni fa, questa è una notizia che non può che portare ottimismo dalle parti dello staff presidenziale. Obama è preferito dall’80% degli elettori non-bianchi (era l’81% nel 2008), mentre Romney ne conquista solo il 14%. Un punto fondamentale, visto come le minoranze stanno diventando numericamente sempre più importanti, e secondo una ricerca consentirebbero a Obama di vincere conquistando anche solo il 40% del voto “bianco”. E al momento il presidente conquista il favore del 42% (un punto in meno rispetto al 2008) dei WASP e simili: due punti di margine di sicurezza, insomma. Romney è invece al 53%, due punti in meno di McCain. Inoltre Obama sta riconquistando parte dell’elettorato bianco non laureato, il più duro nei suoi confronti: adesso è al 39% favorevole al presidente, quattro anni fa era al 40%.


L'inaspettata crescita dell’approvazione nei confronti di Obama è sicuramente data dalle buone notizie sul fronte economico, che mostrano il tasso di disoccupazione all’8,3%. Il più basso da due anni a questa parte. Cosa che si riflette sulla percentuale di elettori indipendenti favorevoli a Obama, che sono addirittura cresciuti rispetto al 2008 dal 44 al 48%. Un risultato per cui il presidente deve ringraziare anche il disgraziato campo repubblicano e le sue lotte fratricide: gli attacchi di Gingrich, e prima ancora di Perry, a Romney hanno focalizzato l’attenzione dell’elettorato sul passato di speculatore del candidato mormone e sul bassissimo livello di tasse che paga. Tutti argomenti che di certo non lo hanno rafforzato, ma che soprattutto Obama potrà utilizzare al momento giusto.

Le primarie repubblicane si sono trasformate in un tutti-contro-tutti di basso livello, che fa fare bella figura a un presidente per ora lontano dalla mischia e causa perplessità anche nel nocciolo duro dell’elettorato di destra. Il 52% degli elettori repubblicani, e degli indipendenti che simpatizzano per il GOP, dice di essere insoddisfatto nei confronti della scelta dei candidati repubblicani, quattro anni fa il 68% diceva invece di essere soddisfatto. E la percentuale di delusi continua a crescere: meglio gli elettori conoscono i candidati, meno gli piacciono.

Il candidato in pectore per i repubblicani, Romney, continua a non scaldare i cuori dell’elettorato di destra e ad avere numerosi punti deboli, nascosti dalle recenti vittoria in Florida e Nevada. Ma torniamo sulla Florida: in questo atipico stato del sud, Gingrich ha battuto Romney nelle contee confinanti con l’Alabama e la Georgia, cioè le più rappresentative del sud degli States. Molto diverso dalle zone alla South Beach in cui ha vinto Romney. È un dato importante, perché il sud è il cuore pulsante dell’elettorato repubblicano che non ama il “moderato del Massachusetts”. Se la campagna di Gingrich riesce a sopravvivere al suo deficit di soldi e organizzazione abbastanza a lungo, potrebbe battere Romney in Georgia e Tennessee il 6 marzo, e in Alabama e Mississippi una settimana più tardi. E sarebbe un pessimo segnale per Romney, che potrebbe diventare comunque il candidato alle presidenziali, mostrando però un pericoloso deficit di gradimento negli stati più fedeli al GOP.

E quindi? La cosa più probabile è che Obama vinca di nuovo e conquisti il secondo mandato. Romney, Gingrich e compagnia si stanno dimostrando deboli. E se il tasso di disoccupazione continua a scendere, per Obama vuol dire una cosa sola: altri quattro anni.

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