giovedì 2 febbraio 2012

Le gaffe di Romney? Un problema genetico

La campagna elettorale di Mitt Romney è costellata di gaffe. A dire la verità, alcune frasi di Romney "diventano" gaffe dopo essere state estrapolate dal loro contesto. La più nota è il "Mi piace licenziare", in cui in verità Romney si riferiva alla possibilità di licenziare aziende di servizi come le assicurazioni. L'ultima è "Non sono molto preoccupato per i poverissimi". E anche qui il candidato miliardario si riferiva al fatto che esiste anche negli States una rete di sicurezza per difendere i più poveri. Ma tant'è, il problema rimane, soprattutto visto che i candidati sanno di essere in continuazione esposti a interpretazioni ad hoc di quello che dicono e dovrebbero regolarsi di conseguenza.


Sorprende invece scoprire che anche il padre di Romney, George, candidato alle primarie del 1968, aveva gli stessi difetti del figlio: flip-flopping e gaffe. In questo video, durante un'intervista, afferma di aver cambiato idea sulla guerra in Vietnam, diventando contrario. E che se un paio di anni prima, dopo il suo viaggio in Vietnam, era invece favorevole era perché gli uomini del segretario della difesa gli avevano fatto il lavaggio del cervello. Un commento che gli ha chiuso in faccia le porte della Casa Bianca.


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