domenica 26 febbraio 2012

Romney prepara il colpo del k.o.

La preoccupazione principale era evitare che Santorum riuscisse a batterlo in Michigan, lo stato dove Mitt Romney è nato e cresciuto. E a giudicare dagli ultimi sondaggi la missione sembra compiuta. Se a questo si aggiunge il netto vantaggio in Arizona (dove è dato sei punti avanti), per il candidato mormone la strada verso la nomination sembra finalmente mettersi in discesa: se il 28 febbraio si avvererà quanto previsto dai pollster americani, sarà dura per Santorum riuscire a rimettere in discussione la corsa delle primarie.


Ma lo staff del mormone deve fare attenzione a non cantare vittoria prima del SuperTuesday del 6 marzo, in cui si voterà in uno swing state (stato in bilico tra repubblicani e democratici) decisivo in ottica presidenziale come l'Ohio. E qui la situazione è ancora poco chiara: Santorum è dato in nettissimo vantaggio (42%) su Romney (24%), ma gli ultimi sondaggi risalgono al 15 febbraio, prima cioè che partisse la travolgente offensiva mirata ad abbattere le chance dell'italo americano. Diverso invece il discorso nell'altro grosso stato in cui si voterà il 6 marzo, la Georgia: qui è ancora il semiscomparso Newt Gingrich a fare la parte del leone (38%), seguito da Santorum (25%). Romney è solo terzo con il 19%.

E quindi? La prova di forza di Romney, dando per scontata una sua vittoria in entrambi  gli stati in cui si voterà il 28, dimostra una volta di più come la sua illimitata disponibilità economica e l'organizzazione che è stato in grado di mettere in piedi contino più di ogni altra cosa. Se a questo si aggiunge che la tematica che il miliardario mormone ha fatto sua - economia e lavoro - è per forza di cose l'unica issue che non rischia di sparire dall'agenda elettorale, si capisce perché nonostante i mille errori, gaffe e tentennamenti, Romney potrebbe essere finalmente in grado di chiudere la partita.

L'ex governatore del Massachusetts uscirà dalla partita di martedì prossimo con il momentum in tasca, dopodiché avrà una settimana abbondante per cambiare il corso delle cose in Ohio e Georgia. Ma se invece questi due stati (come predicono i sondaggi) dovessero dividersi tra Santorum e Gingrich, poco male. Romney si ritroverà in una situazione a lui nota e non poco gradita, e cioè con il campo avversario nuovamente diviso in due e pronto a scannarsi per rivendicare il ruolo dell'anti-Romney. E come si sa tra i due litiganti il terzo gode e si porta a casa la nomination.


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