venerdì 17 febbraio 2012

Perché Romney DEVE vincere in Michigan

Il 28 febbraio è una data cruciale per Mitt Romney: ancora non sono disponibile sondaggi per l'Arizona, ma la vera partita si giocherà in Michigan, lo stato dove Romney è nato e dove ora si trova in netto svantaggio rispetto a Santorum. Il valore, anche simbolico, di una sconfitta in Michigan potrebbe definitivamente compromettere le sue chance presidenziali, a tutto vantaggio di Santorum e, indirettamente, di Obama. Per questa ragione Romney sta lanciando una invasione di spot elettorali per cui prevede di spendere 1,3 milioni di dollari, a cui si affianca il lavoro sporco del superPAC Restore Our Future che lo spalleggia.


Se a questo si aggiunge l'importanza che la famiglia di Romney da generazioni riveste in questo stato si capisce perché dalle parti dello staff elettorale risuoni ancora un certo ottimismo, forse non solo di facciata: "Prima di tutto c'è la storia dei Romney al servizio di questo stato, che è ancora ben impressa nelle menti degli elettori - spiega Bill Schuette, capo della macchina elettorale in Michigan - e secondariamente siamo molto organizzati". In effetti pochi credono che i sondaggi che stanno uscendo in questi giorni e che danno Santorum in vantaggio di una decina di punti siano credibili, ma è sicuro che Romney non abbia ottenuto quell'aura di "vicino di casa" e quindi candidato intoccabile che qui ci si sarebbe aspettati.

A tutto beneficio di Santorum sta andando non solo il sentimento anti-establishment che in Michigan va forte, ma anche la presenza di una classe operaia formata da cattolici e riformati che è stata colpita molto duramente dalla recessione e che è quindi molto sensibile al messaggio populista di Santorum. Senza contare quanto questi elettori siano vicini alle posizione conservatrici del candidato italoamericano sui temi sociali. La strategia di Romney per cercare di frenare l'avanzata di Santorum sarà tutta basata sulla riaffermazione del messaggio "lavoro ed economia" che è saldamente nelle sue mani, oltre a cercare di dipingere l'avversario come un semplice "contenitore di anti-Romney" senza messaggi importanti per gli statunitensi.

L'aggressività delle mosse che Romney sta preparando rende bene l'idea di quanto potrebbe essere devastante una sua sconfitta qui. Ma quello che sta succedendo in Michigan riflette, amplificandolo, quello che per il candidato mormone è un problema nazionale. Romney ha perso quelle che erano le sue dote più importanti: l'essere considerato il candidato "inevitabile", quello con le migliori chance di battere Obama. L'ex governatore del Massachusetts non è mai piaciuto veramente alla maggior parte dei dirigenti del GOP, ma si tenevano dentro i loro dubbi perché certi che Romney fosse quello con le chance migliori contro Obama. Ma questo non è più vero. L'immagine di Romney ha subito dei colpi durissimi nelle ultime sei settimane (a partire dalla sconfitta nell'esordio in Iowa) al punto che adesso, secondo i sondaggi, è posizionato appena meglio di Santorum nel confronto con Obama. E tutti e due sono dati in svantaggio.

Finché era Gingrich il principale avversario per Romney, quest'ultimo aveva un formidabile argomento a suo favore: "Se votate Gingrich fate un favore a Obama". Adesso non è più così, visto che la differenza tra lui è Santorum è al massimo di un paio di punti percentuali. Anche se a intuito generalmente si continua a pensare che, se davvero Santorum dovesse prevalere, per Obama sarebbe una passeggiata ottenere il secondo mandato. E a proposito di Gingrich: è probabile che Romney stia pregando perché riesca nuovamente a risorgere dalle ceneri. Un campo social-conservatore diviso è la situazione migliore per Romney, che riusciva a cavarsela bene anche contro l'ex speaker della Camera. Contro il good guy Santorum, invece, la sfida si sta dimostrando più difficile del previsto.

Nessun commento:

Posta un commento