Per il miliardario tuttora favorito per la nomination repubblicana, il Michigan è uno stato chiave: nonostante abbia già messo le mani avanti annunciando come non sia fondamentale una vittoria qui, se non dovesse riuscire a conquistare i delegati in palio il 28 febbraio la sua candidatura ne sarebbe inevitabilmente compromessa. Gli elettori infatti difficilmente si fiderebbero, in ottica presidenziale, di un candidato che non è in grado neanche di conquistare i suoi "vicini di casa".
Ecco perché Romney e il suo superPAC hanno pesantemente investito su questo stato in spot pubblicitari che attaccano Santorum: in Michigan è presente una classe operaia molto conservatrice, sensibile al messaggio populista dell'italo-americano e diffidente nei confronti dell'establishment ben rappresentato da Romney. Motivo per cui gli spot puntano a mostrare Santorum come il tipico uomo di Washington, pronto a votare tutti gli aumenti di spesa che i repubblicani vedono come il male assoluto, cercando di distogliere l'attenzione dalle tematiche che privilegiano Santorum.
La strada che Romney deve seguire per riuscire a non farsi sfuggire il Michigan è ancora lunga, e il risultato finale è tutt'altro che scontato, ma per il momento lo staff del miliardario mormone può tirare un sospiro di sollievo: gli ultimi sondaggi lo danno leggermente avanti, altri leggermente indietro. Insomma, manca ancora una settimana, e la partita è aperta.
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