mercoledì 4 aprile 2012

Romney mette k.o. Santorum e lancia la sfida a Obama

Era l'ultima chance per Santorum: recuperare il distacco da Romney e mettere a segno un'inaspettata vittoria in Wisconsin. Non gli è riuscito, nonostante il recupero effettivamente ci sia stato, il candidato italo-americano si è fermato al 37,6% contro il 42,5% conquistato da Romney. E per Mitt il mormone questo risultato, assieme alle travolgenti (ma scontate) vittorie in Maryland e D.C. significa una cosa sola, missione compiuta e avanti con il prossimo obiettivo. Che ha un nome e un cognome: Barack Obama. La sfida per le presidenziali può cominciare.


E' iniziata una nuova stagione, in cui il presidente attacca Romney per nome in tv e in cui il suo ormai certo rivale ignora completamente gli attacchi che gli arrivano dai suoi compagni di partito per concentrarsi esclusivamente su Obama. Saremo ancora ad aprile, ma per molti versi sembra di essere già arrivati a ottobre. E conta poco ormai se Santorum, Gingrich e Paul non abbiano ancora deciso di abbandonare la corsa, i due veri rivali hanno indossato i guantoni e il vero scontro è iniziato.

E aprendo il fuoco contro Romney, Obama fa la sua parte nel decretare il vincitore delle primarie repubblicane, aumentando a dismisura la percezione del pubblico di un Romney ormai chiaro candidato del GOP. Lo staff di Obama deve aver decretato che è giunto il momento di smettere di stare da parte per vedere che succede e iniziare a prendere le misure a Romney, anche se questo significa porre fine a una fratricida battaglia tra i repubblicani che molto ha indebolito il miliardario mormone e, di conseguenza, aiutato il presidente.

"Gli attacchi che Obama sta lanciando sui repubblicani e Romney aumenteranno la pressione su Santorum, Paul e Gingrich perché abbandonino la corsa e spostino il loro target da Romney al presidente", spiega Tom Cole, rappresentante repubblicano dell'Oklahoma e stratega di lungo corso. "I repubblicani capiscono per istinto che adesso la vera battaglia da combattere è l'elezione presidenziale, non le primarie. Più a lungo candidati che non hanno speranze di vincere rimangono in gara, più a lungo corrono il rischio di essere incolpati se Romney dovesse perdere".

Ma nessuno dei tre sembra al momento intenzionato ad abbandonare la contesa. Santorum, a quanto pare, a deciso che la data del do-or-die è il 24 aprile, quando si voterà nella sua Pennsylvania. Unico stato dei tanti in ballo quel giorno in cui al momento è dato in vantaggio. Ma la verità è che ormai per l'ex senatore la partita è chiusa: i suoi 272 delegati sono troppo pochi rispetto ai 646 di Romney. E anche al di là dei numeri, la percezione di Santorum come vero avversario di Romney è svanita da ormai almeno un mese, dopo, cioè, le sconfitte in quattro stati che potevano potenzialmente cambiare le sorti delle primarie: Ohio, Illinois, Michigan e, per ultimo, Wisconsin.


Nessun commento:

Posta un commento