Newt Gingrich e Rick Santorum |
Due debolezze non fanno una forza, ma una piccola consolazione per Santorum può essere che all'altro candidato social-conservatore è andata anche peggio. Fino a un mese fa Newt Gingrich raccoglieva in New Hampshire fino al 25% dei consensi, e sembrava l'unico in grado di mettere in discussione i numeri di Mitt Romney. L'erosione del suo consenso è stata lenta, ma inesorabile, fino a raggiungere quel 9% dei consensi che lo accomuna a Santorum.
Qualche parola anche su Rick Perry: il candidato texano ha investito una fortuna in New Hampshire, raccogliendo 1.322 voti. Lo 0,73%. Ancora non si sa quanto abbia speso per ottenere questo risultato, ma il rapporto soldi spesi/voti raccolti potrebbe essere davvero sorprendente, e non in senso positivo. E visto che Perry sembra non essere ancora intenzionato ad abbandonare la corsa, ha fatto l'unica cosa sensata: lasciarsi alle spalle il New Hampshire e dirigersi con qualche giorno d'anticipo in South Carolina, per anticipare i suoi avversari e cercare di resuscitare una campagna elettorale che dal giorno delle gaffe in diretta TV ha iniziato a sbriciolarsi tra le sue mani.
La situazione in cui il campo dei social-conservatori si trova fa la gioia di Mitt Romney, che fronteggia degli avversari sempre più deboli e divisi. L'unica possibilità per loro sarebbe quella di unirsi dietro un candidato comune per mettere in mostra un uomo forte, che potrebbe raccogliere i consensi dei tanti a cui Romney non piace, ma che iniziano sempre più a vederlo come l'ineluttabile candidato anti-Obama. Gira voce che sarà Gingrich il primo a ritirarsi e a dare il suo appoggio a Santorum, ma per ora si tratta solo di rumors. La cosa più probabile è che la decisione venga presa solo dopo il voto in South Carolina. Ma potrebbe essere troppo tardi, soprattutto se, come sembra, il 21 gennaio Romney riuscirà a mettere insieme la sua terza vittoria di fila.
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