mercoledì 11 gennaio 2012

Romney vince in N.H. Ma ancora non basta

Tutto secondo i sondaggi: Mitt Romney vince le primarie del New Hampshire con il 39% dei voti, seguito da Ron Paul con il 23%. Huntsman si conferma la sorpresa, posizionandosi terzo e raccogliendo il 17% dei consensi. Appena dietro, continua la guerra social-conservatrice tra Santorum (9%) e Gingrich (9%). Il singolo punto percentuale raccolto da Perry conferma come il candidato texano sia ormai fuori dai giochi.


Romney ha quindi distaccato i rivali nella misura, ampia, che era stata prevista da tutti i sondaggi. Ma mentre si attendono i nuovi polls sul South Carolina, lo stato conservatore dove si voterà il 21 gennaio, è chiaro come questa vittoria non basti al miliardario mormone per porre una seria ipoteca sulla sua candidatura. Il secondo posto di Ron Paul, seppur ampiamente distaccato, è andato oltre le previsioni dei sondaggi, e gli garantisce quindi le motivazioni necessarie per continuare la sua guerra all'establishment, forte del consenso dei suoi fedelissimi supporters. John Huntsman si conferma l'uomo nuovo, ma in uno stato liberal come N.H. (e dopo le buone prove nei dibattiti) questa non è tanto una sorpresa. Per lui sarà cruciale riuscire a ottenere un (difficile) buon risultato in South Carolina per poi continuare la corsa in stati a lui più adatti. E l'exploit nel voto di martedì potrebbe garantirgli i finanziamenti di cui ha urgentemente bisogno per continuare la sua campagna.

Il vero dramma si sta consumando nel campo social-conservatore: la guerra fratricida tra Rick Santorum e Newt Gingrich non potrà che peggiorare dopo il pareggio ottenuto. Un risultato che comunque avvantaggia Gingrich, visto che il "momentum" era dalla parte del suo rivale. Ma il candidato italo-americano sebra aver perso l'aura magica che l'aveva circondato dopo la vittoria in Iowa. Per i due sarà decisiva la South Carolina: chi riuscirà a surclassare l'altro (sempre che non ottengano nuovamente un pareggio) potrà proseguire la sua corsa. Il perdente dovrà necessariamente ritirarsi. E per ora i sondaggi danno in netto vantaggio Gingrich.

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