lunedì 9 gennaio 2012

Dopo i dibattiti: chi sale e chi scende

La situazione in New Hampshire è già delineata, con Mitt Romney sempre in grande vantaggio per il voto di martedì. Nonostante questo, il week-end di dibattiti ha portato qualche novità: Huntsman è emerso come nuovo possibile competitor, Gingrich ha ricacciato indietro i tentativi di Santorum di farlo fuori, Rick Perry è riuscito a non fare gaffe e tutti quanti hanno dato addosso al favorito nella corsa alla candidatura repubblicana.


Soprattutto nel confronto di domenica mattina, Romney si è dovuto difendere dai molti attacchi che gli sono stati portati in particolare da Gingrich e da Santorum. Il candidato mormone si è però difeso bene, riuscendo a non perdere la calma e parando i colpi. Ma c'è un punto debole su cui Romney non può che subire: l'essere stato vice-presidente della Bail & Company, una compagnia di ristrutturazione finanziaria che, in quanto tale, è direttamente responsabile della perdita di molti posti di lavoro. L'immagine dell'imprenditore che crea ricchezza per la nazione, nel suo caso, non funziona. E Gingrich in particolare è stato bravo a sottolineare la cosa. Un secondo colpo andato a segno è stato invece portato da Santorum, che ha sottolineato come Romney non abbia corso per un secondo mandato in Massachussets (dove è stato governatore) a causa dei sondaggi sfavorevoli, mentre il candidato italo-americano si è messo in gioco, perdendo, per un terzo mandato come senatore della Pennsylvania, pur sapendo di non avere grandi possibilità di essere rieletto.
Nonostante alcune difficoltà, Mitt Romney si è dimostrato più abile dei suoi avversari nei dibattiti e si è difeso bene dagli attacchi. Le sue quotazione, quindi, restano alte. I sondaggi per il New Hampshire lo danno però in leggera flessione (vedremo dopo il perché).

Newt Gingrich deve velocemente risalire la china, per evitare di vedersi definitivamente superato da Santorum. E infatti l'ex speaker della camera è stato il più aggressivo nel mettersi in mostra come "candidato anti-Romney". In particolare rimarrà impresso nella memoria la sua frase, rivolta proprio a Romney, "drop the pious baloney". Traducibile in "dacci un taglio con il tuo pio blaterare". Al momento Newt è il candidato che fa il lavoro sporco, attaccando a tutto campo. Difficile dire se questo può bastare a riportarlo davvero in gioco. Per il momento resta appena dietro Santorum come possibile alternativa a Romney e le sue quotazioni rimangono stabili, con i sondaggi che lo danno in leggera risalita.

Rick Santorum non ha lasciato il segno nei due dibattiti, e la sensazione è che il suo "momentum" stia passando. Nonostante il duello con Romney sulla sua decisione di non affrontare la campagna per un secondo mandato, Santorum non ha inciso particolarmente. Forse il momento più importante è stato quando ha risposto a una domanda sull'omosessualità con un sorprendente "se scoprissi che mio figlio fosse gay lo amerei quanto prima, e cercherei di essere il padre migliore possibile per lui". Un passo avanti per un candidato noto per le intransigenti posizioni anti-omosessualità. I sondaggi per il New Hampshire lo danno ancora attorno al 10/12%, testa a testa con Gingrich.

Se Gingrich e Santorum sono abbastanza stabili, chi ha causato la perdita di punti di Romney negli ultimi sondaggi? Il responsabile è l'uomo nuovo di questa campagna: John Huntsman, ambasciatore americano in Cina dal 2009 al 2011. Quasi sconosciuto fino a ieri, Huntsman ha infatti concentrato le sue risorse sul New Hampshire, uno stato liberal che può apprezzare un moderato come lui e permettergli di ottenere un buon risultato che lo ponga all'attenzione dei media. Accusato di lavorare per l'amministrazione Obama, lui ha risposto per le rime: "Se il mio paese mi chiede di servirlo, io non guardo chi è seduto alla Casa Bianca". E' il classico moderato di centro-destra, capace di rispondere alla domanda sui matrimoni gay con un netto "non vedo come il mio matrimonio possa essere messo in pericolo da un unione civile". I sondaggi lo danno in risalita in New Hampshire, dall'8 al 16% in meno di una settimana. Ma a livello nazionale è molto più indietro. E' comunque l'uomo da cui Romney si deve guardare.

Infine Rick Perry. Il suo momento memorabile del dibattito è stato riuscire, nell'ilarità generale, a pronunciare i nomi dei tre ministeri che cancellerebbe. Questa volta senza incespicare. Non sembra sufficiente per riportarlo in gara e in New Hampshire resta ancorato all'1%. A livello nazionale si vede invece una leggera crescita.

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