venerdì 13 gennaio 2012

Che fine ha fatto il Tea Party?

La prima beniamina del Tea Party a ritirare la sua candidatura alle primarie è stata Sarah Palin, una delle personalità cruciali del movimento anti-tasse. Dopo di lei è stata la volta di Herman Cain e  soprattutto Michele Bachmann, i due candidati su cui il partito del tè aveva puntato. E se a tutto questo aggiungiamo la disastrosa campagna di Rick Perry, che ormai ha almeno un piede fuori dalle primarie, si capisce quanto poco incisivo sia stato finora il ruolo del Tea Party nelle elezioni presidenziali 2012.


Rimane in corsa, e probabilmente lo sarà fino alla fine visti i numerosi e fedelissimi supporters, Ron Paul: la sua lotta contro l'establishment, contro il ruolo dello stato e contro le tasse gli procura ovviamente simpatie dalle parti del movimento nato in seguito alla vittoria di Obama nel 2008, ma solo nell'ala più estrema. Le convinzioni di Ron Paul sono talmente radicali che tra le conseguenze hanno, per fare solo due esempi, il taglio degli aiuti economici che gli Stati Uniti danno a Israele e il ritiro di tutte le truppe a stelle e strisce in giro per il mondo.

Una situazione caotica che ha diviso i leader del Tea Party, che si sono trovati ad appoggiare candidati (per la serie "tutti tranne Romney") che hanno poco a che fare con i loro valori. Il primo a cercare di ottenere il loro appoggio è stato Newt Gingrich, che però nel recente passato ha assunto alcune posizioni distanti dal mondo del Tea Party, come per esempio aver appoggiato il salvataggio delle banche nella crisi del 2008. Lo stesso vale per Rick Santorum, che ha ottenuto un tiepido endorsment da alcuni appartenenti al movimento nonostante da rappresentante della Pennsylvania abbia sostenuto l'espansione di Medicare nel 2003. Non esattamente due esponenti dell'ortodossia "teapartiana", quindi.

Il ruolo tutt'altro che decisivo giocato dal partito del tè in queste primarie sembra essere causato anche dall'organizzazione fortemente decentrata che lo caratterizza. Cosa che spiega anche perché il Tea Party abbia funzionato così bene elezioni di medio termine del 2010: il movimento esprime meglio le sue potenzialità in campagne locali e statali. Ma due anni dopo il loro exploit, non sono ancora diventati adulti.

Nessun commento:

Posta un commento